Yasser Mohammed Rajoub, il Palestinese sofferente di cancro ai polmoni e diabete che era stato rapito dalla sua casa e dalla sua famiglia nel gennaio 2011 e che, sbattuto in galera senza un'accusa logica o giustificabile (grazie alle inumane leggi sioniste sulla 'carcerazione preventiva') si era visto estendere i termini di detenzione fino a fine anno e languiva in cella senza che i suoi carcerieri avessero anche solo minimamente preso in considerazione la sua devastante condizione di salute é stato finalmente liberato in seguito agli appelli di familiari e parenti alle Organizzazioni internazionali per i diritti umani affinché si mobilitassero in suo soccorso.
Rajoub, in un comunicato esteso subito dopo il suo rilascio, ha però voluto dirigere l'attenzione internazionale su coloro che rimangono nelle condizioni che lui ha sperimentato in questi cinque mesi, nella speranza che anch'essi possano beneficiare del sostegno e delle pressioni degli organismi e degli attivisti umanitari per poter venire a loro volta rilasciati. L'ex-carcerato ha parlato di persone che soffrono 'atrocemente', costrette a letto o su sedie a rotelle dai sintomi delle loro malattie che vengono lasciate degenerare nel più completo disinteresse delle autorità israeliane.
Ha raccontato di almeno altre quattordici persone nella prigione di Ramleh (la stessa dove era rinchiuso lui), tra cui malati di reni, malati di tumore, diabetici e ipertesi, alcuni dei quali sono perfino legati o ammanettati ai loro giacigli. Ringraziando tutti coloro che si sono mobilitati in suo favore Rajoub ha ripetuto la speranza che la mobilitazione e lo sdegno non cessino con la sua liberazione, ma continuino a favore di tutti coloro che rimangono tuttora vittime delle disumane pratiche carcerarie del Regime dell'Apartheid.
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