L'Esercito e la polizia del Regime dell'Apartheid si preparano non soltanto ad usare la violenza e la forza militare contro i manifestanti e i dimostranti che il prossimo 5 giugno si raduneranno ai confini dello Stato ebraico per ricordare a Tel Aviv che, al di fuori delle muraglie di cemento, delle torrette dei cecchini, dei fili spinati e dei posti di blocco quasi cinque milioni di profughi palestinesi attendono di poter esercitare il loro sacrosanto e inalienabile "Diritto al Ritorno", ma stanno persino organizzando "attacchi" e "offensive" contro le folle disarmate che si pareranno loro di fronte, armate solo di coraggio e determinazione.
Queste sono le incredibili affermazioni che vengono dalla bocca di Yohanan Danino, ufficiale sionista che, senza rendersi conto di stare praticamente ammettendo la volontà di Israele di invadere Stati sovrani come il Libano, la Siria, la Giordania o l'Egitto parla quasi incoscientemente di "mosse preventive" e "infiltrazioni offensive" che le sue truppe si starebbero preparando a eseguire contro le prossime manifestazioni palestinesi.
Israele, ormai troppo abituato alle cambiali di impunità staccate con generosità a Washington da politici statunitensi ormai totalmente in balia e in ostaggio della potentissima "Lobby a Sei Punte" pensa di poter vedersi condonare ogni sorta di aggressione contro vittime civili, purché, naturalmente si tratti di "Untermensch" palestinesi; la reazione internazionale che lo investirà quando i suoi aguzzini in uniforme cerceranno di "infiltrarsi aggressivamente" in territorio straniero sarà un salutare memento del fatto che, anche per Tel Aviv, le azioni hanno conseguenze.
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