Il Ministro della Salute del Governo Hanyieh, Basim Na'im ha dichiarato che, a causa della scarsità di combustibile, una maggiore crisi sanitaria nella Striscia di Gaza, le cui conseguenze comprenderanno certamente la morte di dozzine di pazienti, é "pressoché inevitabile". I continui devastanti attacchi israeliani alla rete elettrica di Gaza e all'unica, già insufficiente centrale elettrica hanno avuto come conseguenza il rendere le strutture ospedaliere dell'enclave palestinese assediata dipendenti da generatori autonomi a diesel e a nafta, che richiedono l'afflusso costante di "almeno" 200000 litri di combustibile al mese.
Lo strangolamento economico cui lo Stato ebraico sottopone gli abitanti del ghetto costiero di Gaza impedisce l'approvvigionamento regolare e costante di una quantità di carburanti così ingente, costringendo cliniche e ospedali a rivolgersi al mercato nero dei beni contrabbandati attraverso i tunnel, con gravi esborsi economici che potrebbero altrimenti essere investiti in farmaci o attrezzature sanitarie. Il Ministro Na'im ha fatto appello alle ONG umanitarie e alla Comunità internazionale affinché si mobilitino per fornire agli ospedali di Gaza il combustibile necessario a tenere in funzione strutture salvavita come i reparti di rianimazione, quelli di dialisi e le banche del sangue.
Fino a che era al potere Hosni Mubarak l'Egitto collaborava con l'assedio israeliano, ora la giunta militare di transizione ha aperto Rafah al traffico passeggeri, ma non ancora a quello di merci... |
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