La "Gioventù del 15 Maggio" giordana ha annunciato, in un comunicato diffuso durante il week-end, l'intenzione di organizzare una marcia di protesta contro l'ambasciata sionista ad Amman il prossimo venerdì, dopo la fine delle preghiere, chiamando tutte le organizzazioni della società civile, i sindacati e i partiti a prendervi parte per mostrare la determinazione popolare a troncare qualunque rapporto con il Regime dell'Apartheid.
Il gruppo ha altersì respinto l'idea che la Giordania possa in qualunque modo trasferirsi in una "destinazione alternativa" per i profughi palestinesi, che devono poter esercitare il loro "Diritto al Ritorno" come garantito e sancito dalle leggi e dalle convenzioni internazionali, tornando cioé nella porzione di Palestina invasa e occupata nel 1948, piaccia o non piaccia alle autorità "israeliane".
Forte e senza appello poi é stata la critica al cosiddetto "accordo di pace" avventatamente siglato a suo tempo dal monarca hascemita Re Hussein, che non ha fatto altro che sancire a mo' di resa incondizionata i furti e i soprusi commessi dall'entità sionista attraverso l'attacco a tradimento del 1967, in barba al sentimento e al desiderio del popolo giordano, che vorrebbe vedere quei torti riparati. Il comunicato si conclude con l'auspicio che la Giordania possa quanto prima interropmpere ogni relazione con Israele, chiudere l'ambasciata di Amman e cancellare ufficialmente il trattato di Wadi Araba, esprimendo così nei fatti il suo sostegno al popolo palestinese nella sua lotta per la Giustizia e i suoi diritti.
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