Sul contumace Ben Ali, rifugiatosi tra i corrotti sceicchi del petrolio ormai ultimi portabandiera di un'egemonia statunitense nel Mondo Arabo che ha subito durissimi colpi proprio a partire dalla Rivoluzione tunisina in avanti, pendono già condanne per secoli di carcere per un numero impressionante di reati, dala corruzione, al riciclaggio e al traffico di denaro sporco, all'appropriazione indebita di beni archeologici e proprietà dello Stato, fino al concorso in traffico internazionale di stupefacenti, ma ovviamente tutte queste condanne appariranno poca cosa quando confrontate con quella che scaturirà da questo processo.
Nella fallita repressione dei moti rivoluzionari circa 300 persone persero la vita, per la maggior parte colpite dal fuoco delle forze di sicurezza che vennero autorizzate dallo stesso Presidente a fare uso di munizioni letali. Nonostante la Tunisia ne abbia più volte richiesto l'estradizione il Governo saudita di Riyadh ha dichiarato di non volere obbedire al mandato di arresto internazionale che lo obbligherebbe a consegnare l'Ex-presidente di Tunisi perché affronti il processo.
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