lunedì 10 ottobre 2011

Sono 24 e non sei i morti del Cairo; Tantawi impone il coprifuoco notturno, Piazza Tahrir interdetta!


Le autorità militari egiziane hanno imposto il coprifuoco su alcune parti della capitale Il Cairo dopo i pesanti scontri fra rappresentanti della locale comunità copta e le forze militari che, al contrario di quanto comunicato ieri sera, potrebbero aver causato un bilancio di vittime ben più grave del previsto, forse pari alle due dozzine di uccisi. La Tv di Stato ha annunciato che il coprifuoco notturno interesserà la storica Piazza Tahrir e le aree centrali della metropoli, dalle 2 di notte alle 7 di mattina.

Secondo quanto riportato dall'agenzia britannica Reuters causa scatenante della manifestazione di ieri era la richiesta che le autorità si impegnassero nella ricostruzione di un edificio di culto andato distrutto nel Sud del paese ma, mano a mano che la folla cresceva il raduno si é andato progressivamente trasformando in un momento di dimostrazione contro il Consiglio Supremo delle Forze Armate, che detiene de facto il potere nel paese dopo la deposizione di Mubarak avvenuta l'11 febbraio scorso.

Oltre alle 20-24 vittime, il fuoco delle forze militari avrebbe fatto anche 200 feriti, alcuni in condizioni molto gravi. Tre sarebbero i militari uccisi dalla folla, un rapporto molto diverso dai due morti su sei vittime totali riguardo al quale ragionavamo ieri. Altri scontri, sebbene di minore entità, sarebbero poi scoppiati nei pressi dell'ospedale in cui la maggior parte delle vittime sono state portate. Le venti o ventiquattro vittime di ieri sera si uniscono alle 846 persone uccise durante le manifestazioni per la cacciata di Mubarak, le quali però furono uccise da polizia o da 'squadracce' di fedelissimi del dittatore, visto che all'epoca le forze armate si rifiutarono di aprire il fuoco sulla folla, guadagnandosi la gratitudine e il rispetto dei dimostranti. Una gratitudine che con le azioni di ieri potrebbero aver dilapidato per sempre.
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Anche l'Iniziativa Europea contro il Muro chiede ai Sauditi di escludere Alstom dall'appalto Mecca-Medina!

Nel recente passato avevamo dato spazio all'appello dell'ex-Mufti di Gerusalemme che aveva invitato il sovrano saudita a escludere la compagnia francese Alstom dalla gara d'appalto per una linea ferroviara ad alta velocità che dovrà collegare i primi due luoghi sacri dell'Islam, le città sante di La Mecca e Medina; ragione dell'appello il coinvolgimento profondo della compagnia transalpina nei progetti di giudaizzazione forzata di Gerusalemme (terza città santa dei Musulmani) anche attraverso la costruzione della 'ferrovia leggera' che collega la città con gli insediamenti ebraici illegali (e solo con quelli).

Adesso un appello di identica natura arriva anche dal gruppo europeo per i Diritti umani EIRWS, European Initiative for the Removal of the Wall and Settlements, il cui Segretario Amin Abu Rashid (foto sopra) ha a sua volta accusato la Alstom "di aver direttamente contribuito con i suoi lavori a facilitare il disegno sionista di cambiare la realtà demografica di Gerusalemme, in diretto contrasto con le raccomandazioni del Diritto internazionale). Il regime ebraico infatti occupa Gerusalemme Est militarmente e le leggi internazionali proibiscono alle potenze occupanti di colonizzare o comunque alterare il makeup etnico delle zone occupate.

Abu Rashid ha messo in guardia la Corte di Saoud dal proseguire rapporti commerciali con la Alstom anche perché se lo facesse le compagnie concorrenti si vedrebbero a loro volta incoraggiate ad allacciare rapporti commerciali con l'occupazione sionista, in un momento in cui é anzi vitale intensificare la campagna di boicottaggio e disinvestimento in maniera da colpire l'Apartheid israeliano con particolare forza, visto il momento di stagnazione economica che sta costringendo diverse compagnie israeliane alla liquidazione o alla riduzione delle attività.
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domenica 9 ottobre 2011

Scontri al Cairo tra manifestanti copti e i soldati della Giunta Tantawi: sei i morti!


Forze militari egiziane, mobilitate per ordine della Giunta di Transizione guidata dall'ex-Ministro della Difesa Maresciallo Tantawi hanno impiegato forza letale contro la manifestazione della comunità copta della capitale, uccidendo quattro dimostranti e riportando a loro volta due vittima tra i loro ranghi; altre trenta persone sarebbero rimaste più o meno gravemente ferite negli scontri, che hanno avuto luogo nei pressi della sede di un'emittente televisiva.

Le forze armate avrebbero sparato munizioni di piombo contro la folla di manifestanti pacifici che cantavano slogan contro la Giunta e Tantawi, auspicando una rapida transizione di poteri verso un'amministrazione totalmente civile e priva di legami col vecchio regime di Mubarak. In seguito una parte della folla si sarebbe lanciata contro gli uccisori e feritori dei loro compagni, dando luogo a un corpo a corpo durante il quale due soldati sono stati uccisi e diversi mezzi militari sono stati dati alle fiamme.

In Egitto i copti, cristiani d'Oriente, sono circa il dieci per cento della popolazione e, sotto il regime di Mubarak, venivano spesso vessati e sottoposti ad angherie e campagne di denigrazione, per dare all'opinione pubblica un obiettivo su cui scaricare i suoi malesseri. Ancora poco prima della sua deposizione Mubarak diede ordine alla sua polizia segreta di 'cucinare' l'attentato alla chiesa di Alessandria costato numerose vittime, per poter spendere con gli alleati Usa e Israeliani la nozione che il suo paese era sede di attività terroristiche. Il Ministero dell'Interno di Mubarak trovò alcuni estremisti musulmani (Abdelrahman Ahmed Ali, Ahmed Mohamed Khaled e Mohammed Abdelhadi)  da 'pilotare' a dovere nell'utile 'auto-attentato', che però non salvò la poltrona del 'Faraone'.
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"Miles of Smiles" promette di tornare a Gaza prima dell'Eid al-Adha, con altri aiuti per far fronte all'emergenza umanitaria!


I dirigenti dell'organizzazione umanitaria responsabile per l'organizzazione dei convogli di aiuti denominati 'Miles of Smiles' hanno reiterato la loro promessa, attraverso il portavoce Dr. Isam Yousuf di tornare nella Striscia assediata in tempo per l'importante festività musulmana dell'Eid al-Adha, la Festa del Sacrificio, portando nuove provviste e materiali per aiutare le autorità e la popolazione di Gaza ad affrontare le conseguenze della pressoché costante emergenza umanitaria causata dal perdurante assedio sionista, illegale ed inumano.

Durante un meeting organizzato dal Governo Haniyeh per gli attivisti che hanno accompagnato l'ultima carovana solidale giunta per ora a destinazione questi ultimi hanno dichiarato, col giusto orgoglio e la comprensibile soddisfazione del caso che grazie alle 100 tonnellate di materiali recapitati 34 categorie di medicinali prima esauriti o in via di esaurimento saranno nuovamente disponibili almeno per qualche settimana per malati e convalescenti del ghetto assediato, inoltre circa tre dozzine di ambulanze, attualmente in fase di sdoganamento al varco di confine di Rafah, saranno consegnate a ospedali e opere di assistenza della Striscia a partire da lunedì 10 ottobre.

Fra i volontari si contavano delegazioni di diversi importanti paesi: quella algerina, guidata da Ahmad al-Brahimi, quella marocchina guidata da Abdulaziz al-Fatati, quella giordana guidata da Iyad Khalifa, quella bahreini guidata da Walid Hajras, quella kuwaitiana guidata da Mubarak al-Mutawa, quella sudafricana con Ibrahim Dan e quelle turca e malese rispettivamente guidate da Othman Alhan e Oram Sofyan.
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Zahar ai profughi di Sidone: "Nella sua storia millenaria la Palestina mai così prossima alla libertà, all'indipendenza!"


Il leader storico del Movimento musulmano di Resistenza, Hamas, nonché suo co-fondatore Mahmoud Zahar ha dichiarato, nel corso di una sua orazione tenutasi presso la township libanese di Sidone, abitata prevalentemente da profughi palestinesi e loro discendenti, che "In tutta la sua storia millenaria la Palestina non é mai stata così vicina alla libertà, all'autonomia, all'indipendenza" e che "la strada maestra per raggiungere questi importanti obiettivi e risultati é indicata da quelle forze che più seriamente e più coerentemente si impegnano ogni giorno nella lotta contro occupanti e oppressori".

Zahar ha dichiarato che, pur con i suoi 400 chilometri quadrati scarsi, che non rappresentano che il due per cento della Palestina storica, la Striscia di Gaza é il più chiaro e lampante esempio in tal senso, visto che é stata liberata dall'Occupazione sionista al termine di un lungo e duro cammino di Resistenza e Jihad, punteggiato dagli inviti al compromesso e dalle esortazioni alla resa, che tuttavia non hanno sviato la determinazione dei combattenti e dei martiri della Causa. Ora il popolo di Palestina, sotto la guida di Hamas, si é dimostrato tanto abile e industrioso da costringere i sionisti a dichiarare un embargo illegale e inumano nella speranza di soffocare e sminuire i trionfi della Resistenza, eppure Gaza continua a esistere e resistere, determinata e tenace, quanto i combattenti che l'hanno liberata coi loro sacrifici.

Zahar ha anche guidato una delegazione di Hamas in un incontro con l'ex-Premier libanese Selim Hoss, tenutosi presso la località di Aisha Bakkar. Secondo le osservazioni relate alla stampa dallo stesso Zahar l'incontro si situa in un quadro di visite in Libano volte a migliorare le condizioni di vita nei campi profughi; posto che tale sistemazione é sempre e comunque da considerarsi provvisoria in attesa della liberazione della Palestina occupata e del rimpatrio di tutti i rifugiati e i loro discendenti, coerentemente col Diritto al Ritorno sancito nella Risoluzione ONU 194.
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Il tiranno di Sanaa Abdullah Saleh promette: "Mi dimetterò presto", ma chi gli crede?



"Non voglio restare al potere e mi dimetterò tra pochi giorni"; in bocca a qualunque altro personaggio queste parole potrebbero tranquillamente venire prese come una dichiarazione di prossimo pensionamento ma, pronunciate da Ali Abdullah Saleh, ex-Padre padrone dello Yemen (prima del Nord, poi di tutto quanto dopo l'annessione forzata seguita alla guerra di inizio anni '90), hanno piuttosto il suono di un ennesimo espediente per cercare di "passare la nuttata" (per dirla con Eduardo), guadagnare tempo in attesa che, distratta l'attenzione del mondo dall'assegnazione del Nober per la Pace all'attivista dell'opposizione Tawakkul Karman, non si creino le condizioni favorevoli per una "Tienanmen in Arabia Felix", magari col sostegno (tacito o esplicito) di Riyadh o Washington, che nel peggiore dei casi si potranno sempre mettere di fronte al fatto compiuto.

Veterano di oltre trent'anni di potere assoluto é molto, molto difficile che Saleh sia disposto ad abbandonare lo scranno senza colpo ferire, del resto, se avesse voluto dimettersi, non avrebbe avuto che da comunicare da Riyadh (dove é rimasto ricoverato per mesi dopo l'attentato esplosivo che lo ha colpito a giugno) il passaggio delle consegne ad Abd Rabbo Mansour, suo vice che aveva assunto l'interim durante la convalescenza, e rimanere quindi sicuro e protetto dai suoi alleati sauditi, al di là da ogni ritorsione e rivendicazione dei suoi ex-'sudditi', difeso dall'inviolabilità concessagli dalla bozza di accordo per la transizione 'cucinata' dal GCC.

Il solo fatto che Saleh, con un simile 'sentiero dorato' verso un'uscita di sicurezza a tutta prova, abbia invece optato pochi giorni addietro per un imprevisto e sorprendente rientro in patria dimostra che l'ex-amico fraterno di Saddam Hussein (dal 2001 gettatosi in braccio a Bush jr e divenuto un improbabile alfiere della lotta ad Al-Qaeda -dove con  'Al Qaeda' si intende qualunque gruppo che si opponga a lui-) ha tutta l'intenzione, come l'eroina rossiniana, di "far giocare cento trappole" prima di venire costretto, in una maniera o nell'altra, a inalberare bandiera bianca.
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Ecco come i vigliacchi della 'Brigata Yiftach' aggrediscono e pestano donne e bambini della famiglia Qassem!



Quanto 'coraggio' ci vuole a spintonare e strattonare una donna che cerca di proteggere i propri figli? Quanto 'ardimento' ci vuole a prendere a calci un bambino? Ogni giorno la lercia sentina dell'hasbara filosionista, che inquina e appesta i canali di comunicazione di massa ci propina PALLE e PANZANE su quanto 'coraggiose' siano le SS sioniste che, rifornite e foraggiate di armi ed equipaggiamenti d'avanguardia coi denari grassati ai contribuenti americani e tedeschi, vengono scatenate contro civili indifesi incapaci di difendersi oppure contro partigiani della Resistenza che si costruiscono i loro razzi anticarro, i loro proiettili d'artiglieria, che arrivano persino a sintetizzarsi i loro stessi esplosivi usando strumenti che, altrove, sono impiegati piuttosto dalle massaie per preparare torte e soufflé.

Bene, il video che vedete qui sopra fa giustizia di tali CONNERIES (ché di nient'altro si tratta), mostrando, in tutta la loro crudezza, le immagini di un PESTAGGIO condotto da agenti del regime di occupazione contro una famiglia palestinese; il perché non ha importanza, tutte le scuse che il diabolico stato dell'Apartheid trova per angariare e seviziare quanti vorrebbe distruggere e costringere ad abbandonare la loro terra sono egualmente superficiali ed egualmente ipocrite. E' chiaro a chiunque veda questo filmato che le vittime in questione non sono perseguitate per questo, quello o quell'altro motivo, ma semplicemente in quanto PALESTINESI.
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La Repubblica Iraniana è in procinto di produrre il suo terzo modello di jet da combattimento!


Importanti sviluppi per l'Industria della Difesa iraniana, spinta dalla necessità di garantire un efficace potere di dissuasione contro qualunque aggressione esterna a percorrere sempre più speditamente le strade della ricerca e della produzione autonoma e nazionale di sempre più sofisticati apparati e sistemi d'arma. Durante la usa recente visita alla base aerea di Nojeh, presso la città di Hamadan, a 400 chilometri a sudovest della capitale della Repubblica Islamica il Ministro della Difesa, Brigadier Generale Ahmad Vahidi ha annunciato alla stampa che l'industria aeronautica di Teheran si cimenterà presto nell sviluppo di un nuovo aeroplano da combattimento, evoluzione ulteriore dei modelli 'Azarakhsh' (sopra in livrea verde) e 'Saeqeh' (i due in blu).

Ambedue evoluzioni degli F-5 'Tiger II' acquistati in gran copia dallo Scià filo-occidentale Reza Palhevi, che la Repubblica Iraniana riuscì a mantenere in piena efficienza e ad utilizzare con grande successo durante gli otto anni della guerra contro l'Irak di Saddam Hussein, modernizzati nel radar, nella potenza dei motori e resi in grado di lanciare gli ultimi modelli di missili russi, cinesi e iraniani, Azarakhsh e Saeqeh si avvicinano alle prestazioni di un cacciabombardiere di generazione successiva come l'F-18 Hornet e sembra confermato che con il nuovo modello tecnici e ingegneri iraniani abbiano puntato a replicare le caratteristiche del più recente "Super Hornet".

Fornendo ulteriori dettagli ai reporter il Generale Mohammad Reza Karshki ha confermato che i massimi vertici dell'IRIAF (l'aviazione della Repubblica Islamica) sono coinvolti nell'elaborazione del nuovo modello, aiutando sviluppatori e progettisti a implementare le caratteristiche più utili per i differenti impieghi operativi, che comprenderanno avanzate capacità di acquisizione dei bersagli aerei e terrestri, combattimento aria-aria ravvicinato e a distanza, supporto a terra con differenti pacchetti bellici.

Quasi contemporaneamente a questi importanti annunci é arrivata (ma gli esperti del settore se la aspettavano ormai da tempo) la conferma che la griglia difensiva dello spazio aereo iraniano é stata ormai equipaggiata con radar multifrequenza appositamente tarati e coordinati oer poter scoprire e localizzare droni ricognitori ostili con grande anticipo ed elevata precisione. L'annuncio, effettuato dal Comandante della Base aerea di Khatam al-Anbiya, Generale Farzad Esmaili, conferma definitivamente come credibile e veritiera la notizia dell'abbattimento sullo spazio aereo iraniano di diversi droni-spia Usa, che, temendo di scoprire troppo in anticipo le sue carte, l'Iran aveva ripetutamente negato.

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