lunedì 4 marzo 2013

Nuovi scontri in Egitto, almeno cinque i morti a Port Said, il Governo usa la mano pesante!

Dopo il morto e i numerosi feriti a Mansuria pochi giorni fa si sono riaccesi nel corso del week end gli scontri lungo tutto il Delta del Nilo, con particolare intensità nella notte tra ieri e oggi. Sarebbero almeno cinque i morti a Port Said, dove un'ennesima manifestazione legata al 'caso' della strage dello stadio del febbraio scorso.
Tra i cinque morti, riferisce il Ministro dell'Interno, vi sarebbero persino due membri delle forze dell'ordine; ma si attendono ancora conferme indipendenti visto che solitamente le perdite tra le fila dei reparti antisommossa non sono così frequenti e, quand'anche capitano, sono "bilanciate" da un numero di morti tra i dimostranti ben più alto.

In compenso, l'ampio uso di Gas CS (di cui, come sappiamo, esiste in Egitto una "buona riserva" grazie alla recente generosità dell'inquilino nero della Casa Bianca) avrebbe causato solo negli ultimi due giorni almeno 250 feriti e intossicati, alcuni dei quali, colti da collasso respiratorio, sono stati ricoverati d'urgenza in ospedali e cliniche della città.

Nablus mobilita anche i suoi bambini per domandare la liberazione dei prigionieri politici palestinesi!

Così come parenti e genitori dei prigionieri politici palestinesi non esitano a protestare in comunione coi loro cari, imponendosi rinunce che possono rivelarsi anche fatali, le generazioni più giovani del popolo di Palestina non si astengono certo da manifestare la loro solidarietà e vicinanza ai detenuti che stanno combattendo quella stessa lotta che un domani diventerà la loro.

Con questo spirito migliaia e migliaia di bambini e ragazzi di Nablus e dintorni, in Cisgiordania, si sono radunati con bandiere e cartelli e striscioni che avevano realizzato da loro stessi chiedendo che i detenuti politici attualmente in sciopero della fame nelle galere dell'occupazione sionista vengano quanto prima rilasciati.

Ricordando l'esempio del recente martire Arafat Jaradat, morto per le conseguenze delle spietate torture inflittegli dagli aguzzini del regime ebraico, i giovani della West Bank hanno invitato anche la tiepida e ipocrita comunità internazionale a riconoscere una volta per tutte la criminale condotta israeliana e prendere le appropriate misure affinché essa sia sanzionata e punita a dovere.

L'Irak nega recisamente: "Nessun attacco, nessun intervento oltreconfine da parte delle nostre truppe!"

Come avevamo sostenuto fin dal primo 'lancio' della testata asservita agli interessi di Casa Saoud "Al-Arabiya" la voce secondo la quale forze armate irakene avrebbero iniziato a prendere di mira posizioni delle cellule terroriste wahabite presenti in Siria aprendo il fuoco contro di esse attraverso i confini internazionali é da considerarsi tendenziosa, priva di fondamento e strumentale alla narrativa NATO/imperialista che vorrebbe 'legittimare' interventi esterni nella delicata situazione siriana attribuendoli in primo luogo alla parte "Pro-Assad" per riuscire a 'sdoganare' i propri piani di sostegno alla destabilizzazione estremista delle frange armate qaediste.

Puntuale é infatti arrivata la secca smentita dell'ufficio del Premier Irakeno Nouri al-Maliki e dei vertici del Ministero della Difesa di Bagdad che hanno confermato di non avere dato alcun ordine in merito né di essere a conoscenza di situazioni in cui forze militari irakene abbiano dovuto aprire il fuoco oltre i confini nazionali, specificando che le regole di ingaggio dell'Esercito sono stringenti e tassativamente difensive, i comandanti sul campo, quindi, non avrebbero l'autorità di ordinare il fuoco sui terroristi in Siria anche se li vedessero sfilare appena oltre la frontiera.

Le dichiarazioni di parte irakena sono state riprese e diffuse dall'agenzia stampa nazionale irakena: la Al-Awsat.

Servizi segreti francesi e turchi tramavano per assassinare il Presidente Assad e ministri del suo Governo!

Fonti libanesi riconducibili al sito-web 'Asia News' redatto e diretto da Khedar Awarake hanno annunciato che negli ultimi mesi una "intensa collaborazione" avrebbe associato uomini dei servizi segreti di Parigi ed Ankara nel tentativo di assassinare esponenti di primo piano del Governo siriano, a partire dal Presidente Bashir Assad e dai principali ministri del gabinetto di Governo.

Vista l'impossibilità di ottenere risultati militari sul campo, hanno ragionato gli spymaster francesi e turchi, fare sparire la figura centrale della volontà siriana di resistere all'aggressione terrorista avrebbe forse potuto far precipitare la situazione e imporre nei fatti la necessità di un cambio di regime.

Ma i servizi segreti siriani, a partire da quelli dell'aviazione (personalmente e particolarmente curati da Assad Padre fin da prima della sua presa del potere), si sono nuovamente dimostrati tra i migliori della regione, riuscendo a "parare" sul nascere ogni minaccia con l'eccezione di quella che a luglio é risultata nella morte del Ministro della Difesa Generale Rajiha e facendo pagare (anche 'dietro le quinte') un alto prezzo a tutti gli attori e gli agenti di questo complotto.

Ruoli minori in questa cospirazione sarebbero stati giocati dai servizi segreti americani, sauditi e qatarioti.

domenica 3 marzo 2013

Continua la modernizzazione della flotta aerea iraniana! Dopo F-5 e MiG-29 tocca ai "Phantom"!!

Nei mesi passati abbiamo cercato di fornire una cronaca quanto più possibile precisa, accurata e realistica degli sforzi che ingegneri e tecnici della Repubblica Islamica producono per permettere alla loro patria di valersi di una forza aerea moderna e adeguata a confrontare le numerose minacce militari e politiche poste contro la sua libertà, autonomia e indipendenza dai piani di sottomissione imperialista escogitati da Usa, Israele e pochi altri stati aggressivi e arroganti.

In attesa che si raffini e giunga a completa maturazione la capacità di produrre e mantenere in proprio aeromobili moderni (arrivata ormai sulla soglia di un vero e proprio "punto critico" con la presentazione del "Qaher-313") l'unico modo per riuscirci é quello di continuare a modificare e migliorare le airframe disponibili (F-14, F-4, F-5, MiG-29, Mirage F-1...) per consentire a quegli ottimi mezzi di generazione 3.5 o 4 di scavalcare con successo l'orizzonte del Ventesimo Secolo e proporsi credibilmente come avversari di ipotetici "banditi" di generazione 4.5 (giacché i vari claim americani che F-22 ed F-35 siano apparecchi di 'quinta generazione" altro non sono che baggianate propagandistiche).

Dopo avere messo mano con successo ai vecchissimi e usurati MiG-29 ex-irakeni mandati "in esilio" oltreconfine dai generali di Saddam poco prima della 'debacle' del 1991 e averli con viva sorpresa e ammirazione degli osservatori internazionali riportati alla piena efficienza operativa. Abbiamo ora notizia che l'IRIAF si stia dedicando al ricondizionamento e all'aggiornamento dei suoi F-4 Phantom II, macchine in un certo senso venerabili che stanno però entrando in una vera e propria 'seconda giovinezza'.

Come sradicare il terrorismo separatista (curdo): un’analisi di Doğu Perinçek

Una volta tanto siamo noi a "rubacchiare" un articolo agli amici di "Stato&Potenza"; un'analisi tanto profonda e stimolante sarà certo graditissima anche ai nostri lettori! La vera raison d’être del PKK è la separanza di fondare uno Stato curdo con l’appoggio del cosidetto “Barzanistan” collocato nell’Iraq settentrionale. Il Governo Erdoğan sta sostenendo i piani del PKK con il suo appoggio a Barzani. Partendo da questi fatti, vi presentiamo il programma che segnerà il destino del piano di balkanizzazione del Medio Oriente. Per iniziare, si deve comprendere questo dato di fatto: le trattative tra il Governo Erdoğan e lo sciovinista Öcalan non sono un “processo pacifista”. Oggi, il piano viene dichiarato piu’ apertamente anche dalla parte dei sionisti: vogliono che Diyarbakır diventi il centro di uno stato satellite d’Israele. Vogliono che la Turchia, l’Iran, l’Iraq e la Siria vengano divisi e il “Barzanistan” raggiunga il Mediterraneo. Sono questi i fini della “strada verso la pace”.



Il progetto sanguinoso

Non c’è spazio per la pace in questo progetto. Ci sono soltanto guerre civili e fratricidio. Questo progetto assegna ai curdi il ruolo eterno di schiavitu’. Gli imperialisti vogliono usarli come dei meri soldati per distruggere le nazioni sovrane del Medio Oriente. Gli Stati Uniti e Israele lascieranno i curdi a mezza via dopo averli usati. Si vede chiaramente la fine di questa “strada”! Gli Stati Uniti sono costretti a ritirare le loro forze armate dal Medio Oriente e gli ufficiali dell’esercito turco rifiutano di servire gli interessi americani rischiandosi la libertà! A questo punto, c’è un’unica soluzione: l’unione dei Paesi della regione per mettere fine all’egemonia imperialista e alle tendenze separatiste. Un mio amico curdo mi aveva chiesto di mostrargli una soluzione. Aveva ragione. Perciò dedichiamo questa soluzione a tutti i popoli del Medio Oriente.



La base di sviluppo del terrorismo del PKK

Prima, osserviamo come si e’ sviluppato il terrorismo PKK. La ragione principale è che i nostri cittadini di origine curda pensano che il PKK stia per fondare uno stato curdo “indipendente” con l’appoggio degli Stati Uniti e d’Israele. Questa aspettativa e’ nata con la fondazione del “Barzanistan” dopo l’invasione d’Iraq dalla parte degli Stati Uniti e dei suoi alleati. La guerra in Siria e le trattative con Öcalan hanno nutrito questa speranza. Il sostegno di massa al PKK e’ cresciuto su queste basi. Il punto di vista militare sottolinea l’importanza del Monte Qandil. Il Monte Qandil è, senza dubbio, la sede centrale del terrorismo del PKK (e per questo motivo l’esercito iraniano l’aveva assediato nel 2011) però, come abbiamo detto prima, la vera raison d’être del PKK è la speranza del popolo curdo di poter fondare uno stato curdo “indipendente”. Cosi il PKK rafforza la propria causa. Il Governo Erdoğan sta sostenendo la causa del PKK con il suo appoggio al regime fantoccio di Barzani. I piani atlantisti-sionisti per la fondazione di uno stato satellite sono in crisi. Quando la Turchia si unisce con i paesi della regione, il problema sarà risolto. Quelli che impongono la balcanizzazione alla Turchia hanno costruito le basi per un’alleanza tra la Turchia, l’Iran, la Siria e l’Iraq.



Il programma che metterà fine al terrorismo

Il popolo di Turchia distruggerà l’egemonia dei collaborazionisti interni, fonderà un Governo Nazionale e strapperà la mappa del progetto (statunitense, ndt) del Grande Medio Oriente. Cosi sarà il programma da seguire:

1- Metteremo fine all’esportazione del terrorismo dalla Turchia in Siria e sosterremo l’Unità Nazionale della Siria
I piani di Erdoğan e i suoi superiori neoliberali che prevedevano la divisione della Siria sono falliti. Il popolo siriano si sta unendo intorno ad al-Assad. La potenza separatista nella Siria settentrionale sara’ sradicata una volta la Siria consolida la sua sovranita’ e la Turchia si allea con la Siria.

2- Sosterremo l’Unità Nazionale dell’Iraq con tutti i mezzi necessari e affermeremo che il petrolio iracheno appartiene al Popolo Iracheno
Cosi distruggeremo i sogni degli Stati Uniti e d’Israele di sterminare le nazioni sovrane del Medio Oriente e sradicheremo la minaccia del PKK. In questo processo anche il centro del terrorismo nel Monte Qandil sarà eliminato. Per di più, collaborare con un’Iraq unito sarà la soluzione più consona per i nostri problemi di energia.

3- Risusciteremo l’alleanza tradizionale con l’Iran e collaboreremo con l’Iran in ogni campo, specialmente nella sfera di Sicurezza Nazionale e Regionale
L’Iran è pronto per una tale cooperazione. Noi chiuderemo tutte le basi NATO nel nostro Paese e collaboreremo con l’Iran in Siria e in Iraq. Una collaborazione economica tra la Turchia e l’Iran porterà un vantaggio immenso per entrambi i Paesi.

4- Concentreremo tutte le risorse pubbliche per la lotta contro il PKK e saremo decisivi nello sradicamento del separatismo etnico
Il PKK perderà la sua forza sociale senza l’appoggio diretto degli Stati Uniti e d’Israele e alla fine sarà eliminato. Quelli che si arrendono avranno l’opportunità di pentirsi e diventare cittadini degni della Repubblica.

5- Uguaglianza e Libertà in ogni campo per i nostri cittadini di origine curda
La questione curda è già stata risolta per quanto riguarda i diritti culturali. Noi distruggeremo la struttura feudale nelle nostre province orientali per completare la Rivoluzione Democratica e faremo si che si realizzi l’uguaglianza sostanziale nella società.

6- Cosi sarà definita la “Nazione Turca” nella Costituzione:
“Si chiama Nazione Turca il Popolo di Turchia che ha fondato la Repubblica di Turchia. La Sovranità appartiene alla Nazione Turca che, con la lotta unitaria contro la Monarchia e le Potenze Imperialiste, ha affermato la sua volontà di vivere insieme”. Questa definizione della “Nazione Turca” che diventerà una nozione costituzionale si basa sull’affermazione “i turkmeni siamo noi, i curdi siamo noi – insieme siamo la Nazione Turca”.

7- Le relazioni sociali risalenti al Medio Evo e gli status feudali saranno aboliti e fonderemo amministrazioni popolari su ogni piano gerarchico per consolidare la Dittatura Democratica del Popolo
Noi offriamo la libertà e il diritto ad amministrare il Paese ai nostri cittadini di origine curda, al contrario degli Stati Uniti e di Israele che cercano sempre più servitori per consolidare l’egemonia sulle nostre terre. L’Unità del Popolo di Turchia è l’unica forza motrice per costruire una Turchia sovrana, democratica e progressista. La separazione, invece, porterebbe solo fratricidio ed indebolimento.

8- Dopo aver sradicato le minaccie separatiste, lavoreremo per realizzare l’Unione dei Cinque Paesi e dei Cinque Mari
Una cooperazione tra la Turchia, l’Iran, la Siria, l’Iraq e l’Azerbaigian porterà prosperità, sicurezza e democrazia alla regione. In questo modo, la sicurezza logistica delle risorse energetiche sarà garantita e si avrà una collaborazione benefica con i Paesi eurasiatici. Il blocco atlantico sta dividendo la Turchia con le minacce di guerra civile. La Turchia avrà la possibilità di unirsi e consolidare la Sovranità solo con la Rivoluzione Kemalista.


Gli Stati Uniti non possono prevenire questo programma
Gli Stati Uniti non hanno il potere di ostacolare questo programma che sradicherà il terrorismo etnico: un giorno questo sarà realizzato perché non esiste una forza sostanziale in Medio Oriente che potrebbe resistere alla potenza di un’alleanza tra la Turchia, l’Iran, la Siria e l’Iraq. Gli Stati Uniti non avrebbero il potere di sopraffare i Paesi dell’Asia Occidentale, una volta che siano uniti.

[Traduzione a cura di Aytekin Kaan Kurtul]

La madre del prigioniero politico Ayman Sharawna: "Continuerò il mio sciopero della fame in ospedale, in solidarietà con mio figlio!"

Nel suo letto all'ospedale di Al-Khalil, in Cisgiordania, dove é ricoverata dalla metà di febbraio dopo essere collassata a causa delle privazioni cui si é sottoposta in solidarietà con suo figlio Ayman Sharawna, attualmente detenuto nelle galere israeliane, l'anziana ma determinatissima e coraggiosa Laila Ghannam ha dichiarato ufficialmente di essere pronta a continuare il suo sciopero della fame, pur sotto controllo medico, fino a quando suo figlio non verrà rilasciato.

Come Samir Issawi e molti altri in precedenza, anche Ayman Sharawna é uno dei molti prigionieri politici palestinesi che da mesi si stanno lentamente consumando rifiutando il cibo, trasformando i loro corpi imprigionati in campi di battaglia dove ogni ora, ogni minuto di digiuno accrescono un patrimonio di dignità che sminuisce e fa sfigurare nella meschinità la strapotenza violenta dei carcerieri, dei generali, degli invasori e degli occupanti sionisti.

Laila Ghannam ha lanciato un appello a tutti i dirigenti di Hamas, di Fatah, di tutte le organizzazioni politiche palestinesi, di non lasciare intentato nessun approccio per cercare di assicurare la liberazione di suo figlio e dei suoi compagni di prigionia.

Importantissimo incontro a Teheran tra i Ministri degli Esteri di Siria e Repubblica Islamica!

Si é tenuto nella giornata di ieri a Teheran un incontro che definire "strategico" é poco tra il Ministro degli Esteri della Repubblica Araba di Siria Walid Moallem e il suo collega iraniano Ali Akbar Salehi. Obiettivo non dichiarato ma facilmente intuibile del vertice quello di coordinare le posizioni in attesa dei prossimi "round" di colloqui diplomatici e trattative tra il Fronte della Resistenza e del sostegno anti-imperialista a Damasco e la claudicante 'armata brancaleone' dei sostenitori del terrorismo wahabita, ormai in rotta e in ritirata in tutti i settori dove rimaneva ancora operativo.

Iran e Siria già concordano sull'esclusione a priori di ogni opzione che veda l'allontanamento dal seggio presidenziale di Bashir Assad, vero e proprio 'avatar' della Resistenza nazionale siriana e incarnazione della voglia caparbia di conservare libertà e indipendenza espressa a più riprese da tutti i settori della società siriana. Quello che é anche più importante é che l'atteggiamento di Teheran e Damasco é condiviso fino al più alto livello da Mosca e Putin e Lavrov non scomoderanno nemmeno le loro segretarie ad annotare qualsivoglia proposta del campo Usa/Nato/salafita che pretenda di fare a meno di Assad come Capo di Stato.

"Per quanto fermamente convinti che la crisi siriana troverà la sua completa risoluzione attraverso un'intesa politica capiamo benissimo che fino a che esistono paesi, gruppi di paesi e loro rappresentanti che pubblicamente annunciano di volere devolvere milioni di dollari a gruppi terroristi coinvolti in disumani e sanguinosi attentati contro la popolazione siriana innocente il Governo di Damasco non abbia altra scelta se non continuare la propria campagna militare contro queste frange e queste cellule", ha dichiarato Salehi, cui il collega siriano ha presto fatto eco con un appello a chiudere "i rubinetti dei finanziamenti" ai gruppi estremisti per permettere il difficile "parto" di una soluzione negoziata.