lunedì 10 luglio 2017

Il Generale Haftar si reca negli Emirati Arabi Uniti a negoziare nuovi aiuti militari per riunificare la Libia!

"Il pane devi farlo con la farina che trovi", questo adagio é il mantra onnicomprensivo delle alleanze e degli accordi che dettano la storia della politica mediorientale; oltre trenta anni di familiarità con questo teatro strategico me lo hanno insegnato molto bene e per questo rido (e di gusto) quando sento o leggo i giudizi e gli assunti di coloro che si accostano a tale arena pretendendo di applicarvi le categorie e gli stereotipi ideologici proprie della politica occidentale, europea o, peggio di tutti, quelli della politica italiana.

Il leader delle forze che controllano la Cirenaica e gran parte della Libia orientale, Generale Khalifa Haftar, si é recato negli Emirati Arabi Uniti dove ha incontrato il Principe Mohammed bin Zayed al-Nahyan di Abu Dhabi, negoziando con lui ulteriori aiuti militari necessari alle sue forze per continuare l'opera di riunificazione del paese.

Haftar é stato diverse volte negli UAE negli ultimi mesi; uno dei frutti dei suoi viaggi, di cui abbiamo parlato di recente, é stata la consegna di aerei antiguerriglia "Archangel".

Non deve stupire nessuno, tenuto conto di quello che ho detto in apertura, che Haftar si rivolga contemporaneamente alla Russia (alleata di Siria e Iran) e agli UAE (alleati dell'Arabia Saudita).

Adesso Haftar ha dei problemi pressanti, che sono quelli di sconfiggere l'ISIS e gli islamisti di Misurata, a chi debba rivolgersi per ottenere i mezzi per farlo lo interessa poco; ci sarà modo di analizzare i suoi "quattro quarti di purezza ideologica" una volta che tale obiettivo sarà raggiunto.

Un Governo italiano che sapesse quali sono i suoi interessi e avesse le palle per perseguirli, lo avrebbe già inondato di armi e consiglieri militari, tanto per dire.

3 commenti:

  1. Il problema e che lo aiutiamo per vie "traverse" senno mamma yankee ci sgrida ,come se non fossero bastati 70 anni per togliecerli dal come se chiama,dovremmo continuare a fare le cose sotto sotto perché come di lei Sig Kahani non abbiamo le palle per farlo per via diretta

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  2. il nostro generale continua a seguire la via delle armi e non quella delle trattative politiche e poichè in libia esistono oltre 100 tribu armate ne risulterà un bel cimitero alla faccia della "riunificazione"!
    Nel frattempo la feccia dei commercianti di uomini continuerà a vivere e prosperare!

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  3. non so quanti siano ancora i seguaci di ISIS in Libia ,da notizie locali sono pochi e la gente non se ne preoccupa,non penso che il generale si preoccupi,con i mezzi che ha radunato lui punterà su Tripoli!
    Sono d'accordo sull'Italia,ma non penso sia questione di palle,di politici mangia soldi ne abbiamo migliaia,di gente che vuole fare la guerra seriamente per i Libici molto pochi e senza soldi!Quindi a che pro stare a dannarsi?
    I pochi comandanti in gamba ( De Giorgi ?) vengono controllati dai politici pronti ad infangarli se occorre!

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