Il MiG-23 ha il dubbio onore di essere stato uno dei pochi modelli malriusciti venuti fuori dall'OkB di Mikoyan e Gurevitch.
Pensato come "salto quantico"dell'aviazione sovietica, per competere col F-4 Phantom II americano, integrando per la prima volta tecnologie nuove come la "look down/shoot down" e i missili oltre il raggio visivo, esso però fu piagato da troppe richieste (corto decollo per poter essere usato anche in piccole basi aeree, configurazione rigidamente monomotore...) che finirono per produrre una macchina con molti problemi e difetti, che in ultimo ne limitarono la vita operativa, accelerando il progresso dello sviluppo del MiG-29.
Tuttavia in uno scenario come quello libico i MiG-23 sono comunque un "asset" prezioso.
Lo sa bene la parte aeronautica delle forze del Generale Haftar, che da anni lavora per rimettere in condizioni di volo tutti i MiG-23 ereditati dall'aviazione della Jamariyah.
Come abbiamo già testimoniato, col decisivo aiuto russo.
Quello che si vede in foto sarebbe solo l'ultimo dei MiG-23 "rigenerati" in tal modo (il comunicato dice che l'apparecchio non volava dal 1987); non abbiamo motivo non crederlo, anche se é possibile che questa sia solo una 'storia di copertura' e che in realtà il MiG sia arrivato dalla Russia.
Ma anche se ciò non corrispondesse a verità é chiaro che il jet in questione non sarebbe mai tornato a volare senza pezzi di ricambio (e forse anche qualche 'consulenza tecnica') vistati e approvati dal Cremlino.
A giudicare dal colore stinto e segni evidenti di esposizione agli agenti atmosferici, non avrei dubbi relativamente ad una revisione autarchica del velivolo.
RispondiEliminaQuesti mezzi, dati in uso ad un pilota motivato, valgono molto di più di un velivolo della NATO con un pilota che ha un appuntamento alcolico per un apericena.