giovedì 8 novembre 2018

Le milizie irakene di mobilitazione popolare entreranno in Siria per aiutare a schiacciare l'ISIS?


Le forze popolari irakene Hashd al-Shaabi sono pronte a entrare in Siria e dare il via ad operazioni su vasta scala per porre fine alla presenza ISIS nel paese colpito dalla guerra, sulla base di un accordo irakeno-siriano, ha detto oggi un comandante della Mobilitazione Popolare.

Il sito di notizie Al-Maaloumah in lingua araba ha citato Hashem al-Mousavi, un comandante di Hashd al-Shaabi, dicendo che le unità di Hashd sono pronte per entrare in Siria e cacciare le restanti sacche di terroristi dell'ISIS grazie a un accordo tra Damasco e Baghdad.

L'ISIS é tornato a farsi minaccioso nella zona grazie alla ritirata dei briganti curdi, manipolati da Washington.



Il sito ha continuato a dire che l'operazione delle milizie popolari in Siria dipende dall'ordine del Comandante in Capo delle forze armate irachene, Primo Ministro Adel Abdulmahdi e da un accordo tra Damasco e Baghdad.

Ha inoltre affermato che le forze dell'Hashd sono pronte a dare il via all'operazione anti-ISIS in qualsiasi luogo e in qualsiasi momento per eliminare la Siria dai terroristi.

Al-Mousavi inoltre è stato citato dal sito web dicendo che le forze popolari hanno lanciato diversi attacchi con artiglierie, razzi e missili sulle basi dell'ISIS, uccidendo diversi comandanti.

Nel frattempo, un comandante della sicurezza di alto rango nella provincia di Anbar ha detto sabato che le forze irachene stanno aspettando l'ordine di Abdulmahdi di assaltare l'ISIS in Siria.

3 commenti:

  1. Saranno pure pronte, ma se gli USA non vogliono, rimarranno dove sono, perchè quell'area occupata dall'ISIS serve per giustificare la presenza degli USA in Siria.
    Fa ridere ai polli la pseudo ritirata dei curdi alla volta della frontiera con i turchi, perchè lo sanno tutti che non ci sarà alcuno scontro in quel territorio, che pullula di americani, inglesi e francesi.
    Ma agli USA sta bene così, perchè si sospende l'operazione nei pressi dell'Eufrate, si tampona Erdogan e si permette all'ISIS di riorganizzarsi militarmente e a livello tattico.
    I siriani non pensano minimamente di superare le rive dell'Eufrate, sono impantanati nella zona vulcanica, in cui i guerriglieri ISIS resistono alla grande e poi l'attacco verso l'Idlibistan non avverrà mai, sono pronti migliaia di attori per dimostrare bombardamenti chimici e dunque una reazione NATO.
    Gli USA fanno quello che vogliono, come sempre.

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  2. Forse c'e' un accordo con Trump , Putin e Erdogan. Della probabilita' di un accordo turco-americano "specula" anche la stampa turca

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