Sapevamo che l'ammissione della Palestina all'UNESCO avrebbe rappresentato un'ottima occasione per muovere precisi e profondi colpi contro la macchina dell'Apartheid sionista, grazie alla possibilità di riconoscere ufficialmente, in un consesso internazionale, la millenaria storia e cultura del popolo legittimo abitante della terra temporaneamente occupata dal fittizio regime di Tel Aviv, fatto di immigrati illegali paracadutati da New York, da Londra, dall'Australia e da altre esotiche località che nessun collegamento di lingua o di retaggio lega alla Palestina.
Con una schiacciante maggioranza di dodici voti a favore contro tre contrari e sei astenuti (comunque insufficienti a ribaltare il voto anche se si fossero espressi a sfavore) l'UNESCO ha riconosciuto la città di Al-Khalil in Cisgiordania come "Patrimonio Storico-Culturale della Palestina".
In particolare é stato dato risalto alle condizioni della Tomba di Abramo, sito messo in pericolo dalle costanti chiusure e dalle attività dell'esercito sionista di occupazione.
Al-Khalil é una tipica città palestinese, offesa dalla presenza di alcune centinaia di rumorosi e arroganti coloni giudei, protetti da un forte contingente militare.
Gli abitanti legittimi sono 200.000 palestinesi, naturalmente, ma i senza palle di Fatah sono troppo impegnati nel loro ruolo di gunga-din collaborazionisi per poter prendere provvedimenti a loro favore.
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