martedì 2 ottobre 2018

Giornalista cristiano che denunciava abusi e crimini dei briganti curdi é stato rapito a Qamishli!


La Chiesa siriana "segue con attenzione" la scomparsa del giornalista e attivista assiro Suleiman Youseph, avvenuta ieri a Qamishli, cittadina del Nordest della Siria situata in un’area controllata dai curdi, anche se "al momento non vi sono notizie certe". È quanto racconta ad AsiaNews Mons. Jacques Behnan Hindo, alla guida dell’arcieparchia siro-cattolica di Hasakah-Nisibi. A suo dire, la pista più probabile appare al momento quella che porta ad Asayish, il "servizio segreto" dei briganti curdi al servizio degli Usa. "La speranza - aggiunge - è che la situazione si possa sbloccare al più presto. Noi stiamo seguendo da vicino la vicenda, per capire chi l’abbia preso e dove si trovi ora ".

Souleman Yusph è una delle figure di primo piano della comunità assira nella zona del nord-est della Siria, sotto il controllo dei curdi. La sua sorte rimane avvolta dal mistero: fonti locali riferiscono che il giornalista sarebbe stato arrestato su mandato dei vertici del Partito dell’unione democratica (PYD, affiliata al PKK e alle SDF, tutte sigle di bande di predoni, si badi bene).



Le autorità curde lo avrebbero fermato ieri, nel contesto di un'operazione effettuata nella città natale di Qamishli verso le 21.00 (ora locale). Nel contesto del blitz sono stati prelevati diversi beni e proprietà dell’uomo, fra i quali il personal computer e numerosi documenti, raccolti in passato nel contesto della sua campagna di denuncia.

Suleiman Youseph è stata una delle voci più ferme e autorevoli nella protesta contro la chiusura delle scuole cristiane assire nella regione, avvenuta a fine agosto per ordine delle 'autorità' curde. Egli ha realizzato numerosi reportage e inchieste di denuncia, sfidando in modo aperto le intimidazioni e le minacce delle autorità.

Da settimane nella zona si respira un clima di violenza e intimidazione. Lo scorso 22 settembre, un’altra leader cristiana di primo piano, Isa Rashid, insegnante e coordinatrice delle scuole cristiane dell’area, è stata aggredita e picchiata in modo brutale all’esterno della propria abitazione. A causa delle gravi ferite riportate, la donna è dovuta ricorrere alle cure ospedaliere mentre i suoi assalitori sono rimasti impuniti.

In passato Youseph ha denunciato in articoli e reportage la condizione dei cristiani assiri, costretti a vivere sotto il gioco delle Forze democratiche siriane. Il 28 agosto, è stato fra i primi a diffondere video e immagini delle autorità curde, che penetravano all’interno delle scuole cristiane, con l’obiettivo di chiuderle e bloccare di fatto lo svolgimento delle lezioni, minacciando gli abitanti della zona. Post e video diffusi in rete hanno catturato l’attenzione di decine di migliaia di internauti, aprendo un velo sulle vessazioni compiute dai curdi, che continuano a negare le accuse.

La controversia è divampata a fine agosto, quando i curdi hanno chiuso diverse scuole statali e cristiane, che si rifiutavano di adottare i curriculum educativi voluti dall’amministrazione locale e ispirati al nazionalismo curdo; questi prevedono, tra le altre cose, l’uso della lingua curda in sostituzione dell’arabo. Le milizie autonomiste curde, inoltre, sono intervenute per reprimere con la violenza - e l’uso di armi da fuoco - manifestazioni di protesta di genitori e alunni. 

La scomparsa di Suleiman Youseph, a una settimana dall’accordo sulle scuole (raggiunto con la mediazione di leader cristiani e curdi, fra cui lo stesso vescovo di Hasakah-Nisibi) è un elemento di profonda "preoccupazione", afferma Mons. Hindo. Negli ultimi giorni, aggiunge, le autorità curde "hanno emanato un decreto che obbliga quanti lavorano per la comunità curda a mandare i figli nelle loro scuole. Per chi viola la norma è previsto il carcere e multe pesantissime. Nell’area si continua a respirare un clima “di grande tensione", conclude il prelato, ed è evidente "il loro tentativo di impossessarsi di tutti i beni e le proprietà" con la complicità di inglesi, francesi, italiani e Occidente in generale, "che non hanno fatto nulla per proteggere i Cristiani della Mesopotamia".

8 commenti:

  1. Dott. Kahani. Cosa ha a che fare l'appartenenza religiosa con il giornalismo? Il vero giornalista descrive i fatti oggettivamente e li commenta senza lasciarsi influenzare da visioni esoteriche, che sono sempre errate.Il giornalista cristiano non é a priori migliore del suo collega musulmano o indu', solo perché é cristiano.

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  2. nel frattempo ieri, in Iraq, hanno cercato di uccidere il generale Soleimani, un complotto cia mossad, il generale si è salvato solo grazie alla sua prontezza di spirito, certo che è sveglio, oppure ha un angelo custode molto efficiente. nel link i dettagli, pietro https://www.controinformazione.info/attentato-fallito-cia-mossad-contro-il-generale-soleimani-in-iraq/

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  3. I kurdi sono solo uno dei tanti gruppi terroristi che stuprano quotidianamente la Syria laica e multi-confessionale, uno dei pochissimi paesi al mondo dove non esiteva discriminazione per motivi religiosi.

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  4. Dopo che la guerra contro i takfiri sarà finita,bisognerà con la massima risolutezza risolvere il problema curdo!

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    1. Sicuramente assad ti nominerà consulente governativo. Con una porzione di merda, cazzo e altre volgarità convincerai i Curdi ad accettare le condizioni governative.

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    2. L'unico curdo buono è quello morto.

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