giovedì 4 ottobre 2018

BESTIALE! I takfiri dell'ISIS massacrano una donna rapita a fine giugno, chiedono milioni di dollari per liberare le altre!

Una banda di briganti con le spalle al muro, dovrebbe cercare condizioni favorevoli per la propria resa, mitigando la propria ferocia.
Ma i takfiri dell'ISIS non ragionano come dei normali predoni, le loro menti sconvolte dal fanatismo e dalla droga non si comportano razionalmente; questo si vede anche nelle richieste per il rilascio di donne rapite nella provincia di Sweida alla fine di giugno, comunicate oggi alle autorità siriane.

Secondo fonti locali, le richieste sono state ricevute dalla sezione locale della Direzione della Sicurezza Militare. In cambio del rilascio dei rapiti, i terroristi hanno chiesto un milione di dollari in riscatto per ognuna delle 12 donne.



Hanno anche passato una lista di detenuti nelle prigioni del governo siriano, chiedendo di rilasciare quelle persone.
Tutto questo mentre i loro ultimi nascondigli nel pianoro vulcanico di Al-Safa stanno per venire distrutti.
Questa notizia arriva il giorno dopo che i terroristi dell'ISIS hanno assassinato Thawrat Fadel Abu Ammar, una delle tredici donne sequestrate nel villaggio di Shbeki il 25 luglio scorso.

Il leader della comunità drusa di Sweida, lo Sheikh Muwafaq Tarif ha rilasciato una dichiarazione accusando i terroristi di aver ucciso Thawrat Fadel Abu Ammar "a sangue freddo" e incolpando la comunità internazionale di mancanza di attenzione nei confronti del problema.

Ha anche chiamato le potenze straniere, in particolare la Russia, per esercitare tutti gli sforzi possibili per liberare le donne rapite.

4 commenti:

  1. Sono stati ben istruiti dai loro sponsor, i famigerati nazi-sionisti.

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    1. I nazi-sionisti sono piú pezzi di merda di questi qui,altrochè!

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  2. Il destino di queste donne è segnato, lo penso a malincuore.
    Purtroppo saranno vittime e martiri, Siriani e Russi non tratteranno con questi subumani se non a colpi di 7,62x39.

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  3. In questo momento...ne vorrei tanto uno tra le mie mani. Che possiate crepare per mano dei familiari di queste prigioniere. Viva l'asse della resistenza, ci metteremo in ginocchio solo per prendere meglio la mira

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