domenica 13 maggio 2018

Esattamente come avevamo previsto, l'Iran ha iniziato le trattative per salvare il JCPOA, il suo primo interlocutore? Ovviamente, la Cina!

Javad Zarif, capo della diplomazia iraniana, ha incontrato il suo corrispettivo Wang Yi a Beijing, nella giornata di oggi.

E' iniziato così un tour che porterà il Ministro degli Esteri della Repubblica Islamica a confrontarsi coi contraenti dell'Accordo Nucleare, con quelli cioé rimasti dopo l'uscita di scena di Donald Trump, che ha obbedito agli ordini di Netanyahu rompendo senza motivazioni plausibili il trattato siglato da Obama.



Il fatto che la prima tappa del viaggio di Zarif sia stata la Cina la dice lunghissima, confermando peraltro quello che avevamo annunciato, cioé che il JCPOA non era un accordo "favorevole all'Iran", ma bensì una maniera per gli Usa di controllare (e frenare) i progressi tecnologici di Teheran.

Solo persone accecate dall'ideologia come Netanyahu e Trump possono non essersene rese conto.
L'Iran ha annunciato che per ora rimarrà fedele al trattato; dopo essersi confrontato con tutti gli altri contraenti prenderà una decisione definitiva.

E' ovvio che se gli stati europei (Uk, Fra e Germania) daranno segno di non voler 'scontentare' Washington, il JCPOA potrà venire considerato bello che defunto.

3 commenti:

  1. Non credo che, quando è successo, Pakistan avesse la capacità di sviluppare armi nucleari, sono sicuro che gli furono fornite da yankee per creare contrappeso a India e Cina. Ugualmente, russi non dovrebbero avere remore e regalare una mezza dozzina di testate e vettori a Iran, la deterrenza finale contro Sion e USA (ovvero: non sono in grado di colpire USA come può nordkorea, ma posso rendere una pianura di sale radioattivo Israele... Non rompete) p.s. senza più Israele, probabilmente al Pentagono, alla CIA, al NORAD etc. molti ebrei se non tutti verrebbero fatti fuori dai colleghi wasp, liberandosene. Avrebbero seconda ricorrenza, oltre al 4 luglio. E forse avrebbero anche il coraggio di mandare qualche aereo a radere al suolo le residenze dei banchieri

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  2. Israele si e' autocostruito una sacca, me ne dispiace. Spero ne possa uscire trattando, non immolandosi per difendere un immenso ghetto.
    Attorno non ha, stavolta, potenze che lo vogliono azzerare. Putin desidera una de-escalation, sul tipo di quanto sta attuando in Siria, e l'Iran lo segue.
    Siamo all'attimo prima di una grande svolta, alla trattativa per una pace giusta, una integrazione in grande stile, o di una battaglia mortale per tutti.
    Il modello Trump lavora per la seconda ipotesi.
    Federico

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  3. Mi dispiace, ma i rattoni di telaviv sono circondati da nemici a stretto giro. Per fortuna tutti pronti a fargli respirare aria buona.

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