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giovedì 8 dicembre 2011

Netanyahu tenta ancora di ricattare Fatah con i soldi delle sue stesse tasse! Abbas rifiuta di ritirare la candidatura all'ONU


Il regime di occupazione ebraico ha nuovamente minacciato di non consegnare all'Autorità nazionale palestinese le tasse che raccoglie a suo nome, l'inusuale procedura, lo ricordiamo, é stata inclusa nei fallaci 'Accordi di Oslo' per permettere ai governanti sionisti di mantenere sempre e comunque l'organo di autogoverno palestinese in condizione di minorità, dovendo dipendere da un governo straniero (perdipiù ostile come quello di Tel Aviv) per poter ricevere il denaro necessario a pagare stipendi e spesa pubblica. Il regime di Apartheid ha sempre usato questo sistema per tenere sotto scacco Fatah e il Governo di Ramallah.

Benji Netanyahu e complici pensano di poter ricattare Fatah e la sua leadership facendo loro ritirare la richiesta di ammissione della Palestina all'Assemblea Generale ONU, procedura che non richiede voto al Consiglio di Sicurezza (Dove USA e Inghilterra, fedeli esecutori degli ordini sionisti, metterebbero il veto), ma solo la maggioranza all'Assemblea dei membri, che é più che assicurata. Tuttavia in una inusuale dimostrazione di 'spina dorsale' Abbas ha già fatto sapere che simili minacce non avranno effetto e che il processo in atto all'ONU é ormai 'irreversibile'.

Ogni mese lo Stato ebraico mette le mani su circa cento milioni di dollari di tasse versate dai Palestinesi della Cisgiordania e poi le gira all'Anp di Ramallah, che dal 2007 a oggi é stata totalmente gestita e 'occupata' in ogni suo ganglio dagli uomini di Fatah, dopo il fallimento del loro tentato Colpo di Stato contro il Governo legittimamente uscito dalle libere elezioni del 2006.
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sabato 2 luglio 2011

Prigionieri palestinesi entreranno domenica in uno sciopero della fame collettivo per protestare contro le torture sioniste!


In conseguenza delle continue persecuzioni a cui vengono sottoposti, ultima in ordine di tempo la selvaggia aggressione con cui é stato colpito il decano dei prigionieri politici palestinesi e di tutto il mondo Nael Barghouti (33 anni passati in carcere) tutti i detenuti palestinesi delle carceri israeliane osserveranno domenica 24 ore di sciopero della fame; l'annuncio é stato riportato contemporaneamente dai portavoce di tutte le principali fazioni palestinesi: Hamas, Fatah, PFLP, Jihad islamica e DFLP.

Oltre alle aggressioni fisiche anche le torture psicologiche, le umiliazioni, la privazione di diritti e benefici e il ricorso a periodi di confinamento solitario sono state intensificate e aggravate in queste ultime settimane, come arma di ritorsione contro i progressi verso la riconciliazione e il ristabilimento di una piattaforma politica di unità nazionale in campo palestinese, che darà a Israele molto più filo da torcere di quanto non sia avvenuto negli ultimi quattro anni di 'rift' interno e di sottomissione abietta ai desiderata israeliani da parte di Fatah e della sua leadership.

La "vendetta" sionista sui prigionieri deriva da direttive emesse esplicitamente dal Primo Ministro di Estrema Destra Benji Netanyahu; le famiglie dei detenuti palestinesi, commentando con orgoglio la determinazione dei loro parenti imprigionati hanno chiesto che in tutti i Territori Occupati e nelle nazioni della Diaspora i Palestinesi liberi si mobilitino per manifestare contro il disumano trattamento applicato nelle carceri sioniste.
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lunedì 30 maggio 2011

Kadima accusa Netanyahu della debacle di Rafah, scordandosi di esser stato al potere fino a due anni fa!


In un comunicato rilasciato lo scorso sabato il partito 'Kadima', fondato dal criminale di guerra Ariel Sharon e responsabile tanto dell'invasione del Libano nel 2006 quanto delle bestiali campagne di bombardamenti su Gaza tra 2008 e 2009 ha dichiarato che la riapertura incondizionata del varco di frontiera di Rafah tra Gaza ed Egitto al traffico di viaggiatori é una debacle politico-diplomatica della coalizione di estrema destra guidata da Benji Netanyahu, che dovrebbe assumersi la responsabilità politica di tale fallimento.

"L'apertura unilaterale di Rafah, avvenuta senza alcun coordinamento con Israele", sostengono i portavoce del partito, "costituisce un grave smacco per l'Esecutivo, che ha lasciato che la situazione politica regionale gli degenerasse attorno senza prendere misure d'emergenza e permettendo che Israele rimanesse isolato, in posizione indebolita, mentre Hamas si é rafforzato".

Ci fa molto piacere vedere i sionisti di varie fatte che si azzuffano, e speriamo anzi che continuino, in maniera che le loro lotte intestine indeboliscano sempre più il Regime dell'Apartheid, ma bisognerebbe ricordare ai seguaci di Sharon che l'apertura di Rafah é la diretta conseguenza della politica estera superba e spocchiosa da "padrone della piantagione" che Israele ha portato avanti nei confronti dell'Egitto per gli ultimi tre decenni, decenni in cui Sharon, gli Sharoniti e i componenti dei Governi del 2006 e del 2008-2009 sono stati spesso e volentieri al potere.

Si può criticare Netanyahu per la sua condotta in politica estera degli ultimi mesi, una condotta insipiente e arrogante che si riassume così: "punta i piedi e minaccia la Casa Bianca perché prenda le tue difese", ma tentare di negare che essa é la stessa seguita dal partito Kadima e dai suoi dirigenti quando erano al potere sarebbe un'ingenuità imperdonabile, che nemmeno la salma attaccata alle macchine del fondatore del loro partito (sopra) potrebbe commettere, o una dimostrazione ipocrisia tanto marchiana quanto devastante, perché dimostra all'elettorato sionista che il partito che vorrebbe succedere al Likud come epicentro di una nuova coalizione governativa di fronte a un'oggettiva e incontrovertibile sconfitta della politica estera israeliana non sa proporre di meglio che un infantilmente ingenuo "blame game".
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domenica 29 maggio 2011

Amr Moussah: "I Palestinesi devono insistere sulla strada che porta al riconoscimento del loro Stato all'ONU!"


In uno degli ultimi messaggi relati in veste di Segretario Generale della Lega Araba il diplomatico cairota Amr Moussah, in procinto di rassegnare le dimissioni per dedicarsi a tempo pieno alla propria campagna elettorale di candidato alla presidenza dell'Egitto ha dichiarato che i Palestinesi dovrebbero intensificare i loro sforzi per dichiarare un loro Stato unilateralmente e cercare il riconoscimento delle Nazioni Unite, visto che tutti i tentativi di dialogo con Israele si sono dimostrati futili e sterili.

"La via da percorrere é quella che porta a un riconoscimento ufficiale al Palazzo di Vetro, attraverso la lotta per il riconoscimento politico"; Moussah ha anche dichiarato che i Palestinesi devono trarre le conclusioni dei recenti discorsi del Primo Ministro Benji Netanyahu, dai quali traspare evidentemente l'impossibilità di arrivare a qualunque accordo o intesa con lo Stato ebraico.

Obama aveva tentato di convincere il Premier sionista della necessita che Israele tornasse ai confini del 1967 ma, a causa della immediata e velenosa della potentissima Lobby a Sei Punte il Presidente Usa é stato costretto a rimangiarsi le sue pur logiche e condivisibili affermazioni, in una umiliante dimostrazione come ormai sia "la coda (Israele) ad agitare il cane (gli Usa)".

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sabato 7 maggio 2011

L'ONU impone a Israele di consegnare ai Palestinesi le entrate fiscali che spettano loro


Il Segretario Generale delle Nazioni Unite, Ban Ki-Moon, ha ingiunto nella giornata di ieri al Primo Ministro sionista Benji Netanyahu di sbloccare immediatamente le entrate fiscali spettanti all'Autorità palestinese, congelate da Tel Aviv dopo le notizie sulla firma dell'accordo di riconciliazione tra Hamas e Fatah.

In una ennesima prova di quanto illusori, parziali e squilibrati siano i cosiddetti "accordi di pace" che si trascinano agonizzanti dal 1993, a causa della pertinace ostinazione israeliana ad abbandonare tutta la terra palestinese indebitamente occupata e ricoperta di insediamenti illegali, al Regime dell'Apartheid di Tel Aviv viene lasciata facoltà di 'strangolare' economicamente l'Anp qualora essa "non si comporti bene" (cioé non si sottometta ai diktat dell'Occupazione), visto che é Israele a raccogliere oneri doganali e altre imposte e poi a "girarli" a Ramallah.

Finora Israele aveva bloccato 105 milioni di dollari destinati all'Anp, evidentemente sperando che queste improvvisate "sanzioni" avrebbero fatto recedere Mahmud Abbas dalla sua intenzione di riappacificarsi con Hamas. Pieno di fiducia e di buona volontà come ogni Segretario ONU che si rispetti Moon ha invitato Israele: "A seguire e valutare il processo di unificazione palestinese man mano che si evolve ed avanza".

Il leader delle Nazioni Unite ha ricordato che la sua organizzazione ha sempre spinto per il superamento del "divide" interno palestinese e ha dichiarato che lui e i suoi collaboratori stanno "studiando attentamente" i documenti firmati al Cairo.

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lunedì 4 aprile 2011

Ilan Pappe a Frank Barat: "Israele non potrà mai essere una Democrazia"


Reframing the Israel/Palestine conflict: an interview with Ilan Pappe from Frank Barat on Vimeo.

Alcuni estratti dall'intervista fra Frank Barat e l'accademico israeliano Ilan Pappe, riportata in video e anche su questa pagina web

Barat: "Sembra che Angela Merkel abbia avuto un vibrato scontro telefonico con Netanyahu, riguardo alla mancanza di progressi del Processo di Pace, che gli abbia detto di averla delusa, senza aver fatto nemmeno un solo passo avanti da quando é in carica, questo é abbastanza straordinario essendo la Germania il sostenitore numero uno di Israele in Europa, assieme alla Polonia, vedremo presto un cambiato atteggiamento europeo verso Israele?

Pappe: Bisogna fare molta attenzione, alla Merkel dà fastidio Netanyahu nello stesso modo in cui lui dà fastidio a Obama, ma non bisogna farsi illusioni, la Merkel vorrebbe Tzipi Livni al Governo, il che non cambierebbe assolutamente l'oppressione dei Palestinesi ma la renderebbe meno ovvia e più facilmente celabile alle opinioni pubbliche internazionali...più passa il tempo e più si rende evidente la discrasia antidemocratica fra l'opinione pubblica europea, fortemente antisionista e filopalestinese, e le elite politiche saldamente in mano a Israele...

Barat: Alcuni sostengono che Israele sarebbe una 'democrazia' perché vi si tengono elezioni e gli arabi possono votare e avere qualche deputato alla Knesset, é davvero così?

Pappe: Assolutamente no, uno stato che occupa territori non suoi da oltre 40 anni non può essere democratico, uno stato che discrimina un milione e mezzo di suoi cittadini non può essere democratico, Israele al massimo potrebbe essere una "Herrenvolk-razia" una pseudo-democrazia riservata alla 'razza padrona', quella ebraica; che gli arabi possano votare non ha conseguenze se non godono delle stesse possibilità degli altri cittadini...anzi, la presenza dei deputati arabi alla Knesset serve da foglia di fico e giustificazione per coloro che sostengono la fallace 'democrazia' di Israele...

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mercoledì 30 marzo 2011

Netanyahu nomina un nuovo capo per lo Shin Bet, la "Anonima omicidi" del regime dell'Apartheid si rimetterà in moto?


Tornato di recente dal suo viaggio in Russia il capo del Governo sionista di ultradestra Benji Netanyahu si é subito messo al lavoro, selezionando Yoram Cohen come prossimo Direttore dello Shin Bet, la famigerata agenzia di spionaggio e repressione interna del regime di Tel Aviv.

Cohen sostituirà Yuval Diskin sulla poltrona di 'zar' dello spionaggio interno israeliano, una posizione che non vedeva l'ora di occupare, avendo servito per gli ultimi anni proprio come vice del Direttore giubilato.

La sostituzione, nonostante un'apparenza "poco fantasiosa" potrebbe dare il via ai preparativi per la ripresa della campagna di aggressioni terroristiche contro i leader e i militanti della Resistenza palestinese da parte dell'agenzia ebraica. Camuffati con l'insincero eufemismo di "omicidi mirati" questi assassinii hanno causato negli ultimi anni non solo perdite ai Movimenti di Resistenza (che, in quanto tali, sono disposti a dare la vita combattendo per il riscatto nazionale palestinese), ma soprattutto morti fra i civili visto che i mezzi preferiti di omicidio dello Shin Bet sono la bomba nascosta e il razzo o il missile sparato da elicotteri, jet e droni.

Solo per l'omicidio del fondatore e leader storico di Hamas, lo Sceicco Yassin, i killer dello Shin Bet non esitarono a uccidere nove civili palestinesi che si trovavano vicino all'uscita della moschea dalla quale stava transitando. Pochi giorni fa era stato l'ex-Generale criminale di guerra Shaul Mofaz, suscettibile di mandato di cattura internazionale per il suo ruolo nelle guerre contro il Libano e contro Gaza tra il 2006 e il 2009, a suggerire di riprendere la campagna di omicidi contro personalità e militanti palestinesi.

Oltre che dei tristemente famosi omicidi 'mirati' gli sgherri dello Shin Bet sono responsabili di rapimenti, abusi, violenze e torture contro coloro che siano tanto sfortunati da finire nelle loro mani, come per esempio la famosa tortura della "banana", in cui il prigioniero, assicurato a una sedia, ha la spina dorsale piegata all'indietro fino alla rottura di una o più vertebre.

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sabato 26 febbraio 2011

Netanyahu se la prende per il "sì" tedesco alla Risoluzione anti-coloni: la Merkel lo 'sculaccia'...al telefono!


Nuova debacle diplomatica per il povero Benji Netanyahu, che, dopo avere espresso disappunto per l'annunciato voto favorevole della Repubblica federale tedesca alla bozza di risoluzione anti-colonie presentata al Consiglio di Sicurezza dell'ONU (e prontamente silurata dagli Stati Uniti, asserviti alla 'Lobby a Sei Punte'), parlando al telefono con la burrosa Dama Merkel la ha vista, o meglio, sentita, smettere i panni dell'affidabile patronessa del sionismo, e indossare quelli della virago castigatrice, esprimendo la sua forte disistima per l'azione politico-diplomatica di Benji nei termini più netti.

"Lei non ha fatto as-so-lu-ta-men-te niente per portare avanti il 'processo di pace'!" é stata una delle tante espressioni censorie dell'ex "Ragazza dell'Est", che ha poi rincarato la dose: "Come si permette, come OSA criticare il nostro operato?". La telefonata conferma e sottolinea l'impazienza e la delusione che si diffondono nelle capitali europee a guida conservatrice per la maniera sorniona e opportunistica con cui lo Stato ebraico continua nella sua politica di aggressione, persecuzione e pulizia etnica contro i Palestinesi.

Netanyahu, a corto di giustificazioni come lo scolaretto 'beccato' dalla maestra senza il compito fatto, non é riuscito altro che a balbettare debolmente la sua intenzione di "lanciare una nuova iniziativa con un discorso che terrò tra due o tre settimane". Pure, Dama Merkel, di cui abbiamo precedentemente testimoniato la disponibilità a fornire Israele di avanzati sistemi d'arma per i suoi 'assassini mirati' e di rimpinzare il 'Tribunale per il Libano' di filosionisti di tre e quattro cotte per trasformarlo in un'arma politica al servizio di Tel Aviv, aveva già dato voce al suo disappunto con la condotta politica del governo di ultradestra razzista presieduto da Netanyahu, nel corso di un suo recente viaggio nello Stato ebraico.

Delle due l'una: o il rimprovero di Dama Merkel non era stato espresso in maniera abbastanza esplicita da venire captato dalle deboli 'antenne radar' di Netanyahu o il povero Benji, pur occupando lo scranno governativo più alto, é talmente succube delle componenti più estremiste e fasciste del suo gabinetto, da non aver modo di influenzarne l'azione o le decisioni. Imbecillità o impotenza congenita? Qualunque diagnosi si riveli corretta le prospettive sono bige per il capo del Likud e per lo status internazionale della sua ammucchiata di coloni fanatici, sostenitori dell'Apartheid, catorci militaristi e altri scombinati.

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giovedì 24 febbraio 2011

Mikis Theodorakis chiede l'arresto di Netanyahu per "Crimini contro l'Umanità"!


Il celeberrimo compositore e direttore d'orchestra greco Mikis Theodorakis ha fatto ufficialmente richiesta al Governo del suo paese affinché Benyiamin Netanyahu, capo del Governo sionista di ultradestra razzista venga quanto prima tratto in stato d'arresto, accusato di Crimini contro l'Umanità e quindi tradotto davanti al Tribunale internazionale dell'Aia per venire sottoposto a giudizio.
"Manette, altro che strette di mano!"
Theodorakis, in una intervista televisiva rilasciata lunedì sera ha stigmatizzato le azioni del Primo Ministro socialista George Papandreou per aver ricevuto con tutti gli onori il Premier sionista, quest'estate, definito dall'artista "persona non grata" a causa degli "innumerevoli crimini di razzismo, persecuzione e pulizia etnica" di cui si é macchiato nel corso della sua attività politica, da capo del Governo e da leader dell'opposizione.

"L'arresto e la galera, questo e solo questo merita Netanyahu, altro che picchetto d'onore!"

Da sempre di solidi sentimenti politici progressisti e di sinistra, Theodorakis, famoso in tutto il mondo per aver composto le musiche del film "Zorba il Greco", oltre a molte altre immortali melodie, ritiene che la genuflessione di Papandreu di fronte a Netanyahu costituisca un vero e proprio affronto alla memoria storica del paese e di quanti coloro soffrirono e morirono sotto la feroce dittatura militare dei Colonnelli, che, come tutti i movimenti di estrema destra del dopoguerra, avevano ottime e salde relazioni con lo Stato ebraico.

Durante la dittatura Theodorakis venne imprigionato e sottoposto a tortura: inoltre la giunta militare proibì di eseguire e riprodurre in pubblico le sue musiche, così come leggere o diffondere le opere di Marx e persino "sostenere che Socrate fosse omosessuale". Per fortuna questi ottimi alleati di Israele finirono ben presto nella pattumiera della Storia, come poi toccò anche ai generali Videla, Pinochet, al Sudafrica del razzismo Afrikaner....e come ci si augura accada presto anche al regime dell'Apartheid ebraico.



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lunedì 21 febbraio 2011

La famiglia di Gilad Shalit accusa il Premier Netanyahu per l'inazione che ne prolunga la prigionia!

La famiglia di Gilad Shalit, il membro delle forze di occupazione sioniste catturato dalla Resistenza palestinese durante l'operazione "Miraggio che Scompare" il 25 giugno 2006, hanno esteso un comunicato stampa nel quale attaccano senza mezzi termini l'attuale Premier di Tel Aviv Benji Netanyahu per l'inazione che sta inutilmente prolungando la detenzione del loro congiunto, tenuto in una località segreta della Striscia di Gaza.


Noam Shalit, padre del prigioniero, ha comunicato alla radio israeliana di "averne abbastanza di scuse e giustificazioni", e di "pretendere" che Netanyahu acconsenta alle richieste pervenute da parte Palestinese per assicurare un pronto rilascio di suo figlio, che avrebbe potuto essere liberato mesi e mesi fa, attorno al quarto anniversario della sua cattura.

Il comunicato della famiglia Shalit é stato esteso nel 1700esimo giorno di prigionia di Gilad, la cui esistenza in vita e in normali condizioni di salute é stata a più riprese confermata dai suoi catturatori tramite l'invio di tre lettere di suo pugno, di una audiocassetta con incisa la sua voce e di un DVD contenente una sua sequenza filmata.

In cambio della liberazione del prigioniero il fronte della Resistenza palestinese, guidato dalle Brigate Ezzedin al-Qassam, che hanno materialmente portato a buon fine l'audace cattura, ha richiesto la liberazione di tutti i prigionieri palestinesi minorenni e di tutte le donne palestinesi incarcerate da Israele, prigionieri che, a differenza di Shalit, vengono quotidianamente sottoposti ad abusi, indegnità e torture psicologiche (specialmente la molestia sessuale e la minaccia di stupro, costantemente paventata alle donne e alle ragazzine).

Il caporale Shalit delle forze armate sioniste venne catturato con un attacco coordinato al mezzo corazzato da cui la sua squadra si stava preparando a violare il territorio della Striscia di Gaza per spargere il terrore nella popolazione palestinese e contribuire allo stillicidio di attacchi e raid che continuano anche oggi contro i cittadini dell'enclave costiera: nell'attacco due soldati sionisti vennero uccisi e altri tre feriti.

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lunedì 7 febbraio 2011

Netanyahu comanda Mubarak a bacchetta: forse per l'ultima volta?


Il tabloid dello Stato ebraico Maariv ha rivelato che il Governo di ultradestra guidato da Netanyahu ha respinto una richiesta egiziana di inviare ulteriori truppe nel Sinai per contrastare la crescente ostilità della popolazione beduina locale, che sente l'influsso della rivolta anti-Mubarak nelle aree metropolitane.

Il Governo egiziano nominato pochi giorni fa dall'autocrate del Cairo ha giustificato la propria richiesta elencando agguati e attacchi subiti negli ultimi giorni dal personale di sicurezza non-militare stanziato nella penisola, non ultimo l'attentato esplosivo che ha distrutto una stazione di controllo e pompaggio di gas liquido presso El-Arish.

Israele ha replicato che, dopo aver esaminato accuratamente la richiesta ha deciso di opporvisi, aggiungendo che anche le truppe precedentemente stanziate nel Sinai, subito dopo l'inizio della rivolta, dovranno essere "ritirate quanto prima".

Benedetta ingenuità di Benji Netanyahu! Evidentemente i capi sionisti si sono talmente abituati a comandare a bacchetta gli Egiziani secondo i loro desideri e i loro capricci che non capiscono che, una volta arrivata a naturale conclusione la sollevazione popolare contro "la vacca che ride", avrà termine anche la loro capacità di dettare ordini al Cairo.

martedì 1 febbraio 2011

Israele si mobilita anche diplomaticamente per salvare il barcollante Mubarak


Fonti giornalistiche israeliane hanno recentemente rivelato l'esistenza di un messaggio urgente mandato dal Governo di Netanyahu verso la fine della settimana scorsa e indirizzato a una serie di leader politici europei e americani, nel quale si chiedeva loro di salvare il regime di Hosni Mubarak, minacciato dalle proteste degli ultimi giorni.

Nella sua edizione di lunedì 31 gennaio il quotidiano Haaretz riporta come il Governo dello Stato ebraico sia ricorso all'invio di comunicazioni segrete a un certo numero di leader internazionali, nelle quali si evidenziava l'importanza della stabilità egiziana per gli interessi politici e strategici di Israelel. Il messaggio, inoltre, chiedeva ai destinatari di limitare le critiche pubbliche verso Mubarak.

Benyamin Netanyahu evidentemente é scontento dei giudizi negativi circolati recentemente sulla stampa mondiale da parte di capi di Stato e di Governo europei sul conto del 'faraone' del Cairo, ma cosa fa credere al likudnik di Tel Aviv di poter comandare a bacchetta i suoi colleghi europei? Haaretz inoltre ha confermato che Israele é molto preoccupato dalle posizioni europee (ma in parte anche statunitensi e canadesi) che chiedono per l'Egitto un nuovo governo o una nuova leadership che rispetti i diritti umani e la democrazia.

Israele crede che queste posizioni riflettano un'eccessiva preoccupazione per il giudizio dell'opinione pubblica, piuttosto che un effettivo impegno a mantenere i rapporti di forza regionali in favore di Tel Aviv. Ci si aspetta che il Primo Ministro israeliano incontri la cancelliera tedesca Angela Merkel, uno dei capi di Governo europei di più stretta osservanza filosionista, certamente le loro discussioni verteranno principalmente sulla situazione egiziana.

venerdì 28 gennaio 2011

Egitto; entra in scena l'esercito, ma gli scontri continuano, in fiamme la sede del partito di Mubarak



Mezzi blindati e soldati in elmetto e mimetica khaki sono scesi oggi in campo nella confusa arena egiziana dove, dopo le tradizionali preghiere del Venerdì, la popolazione ha ripreso a sfidare gli interdetti e i coprifuoco del Governo, apparentemente insensibile ai disperati tentativi della polizia di sciogliere gli assembramenti e riportare l'ordine.
Al contrario dell'Esercito, che non ha attaccato i manifestanti, la polizia egiziana é ricorsa alle armi con una facilità e una ferocia maggiore di quella mostrata nei giorni precedenti.
In quella che é stata una vera e propria "giornata del furore" l'epicentro delle proteste e degli scontri si é spostato più volte tra il ponte del 6 Ottobre, piazza della liberazione, la Moschea di Al-Azhar e persino attorno al palazzo presidenziale di Mubarak.
Un altro poliziotto egiziano che apre il fuoco sulla folla.
Il personale dell'esercito, tuttavia, non si é direttamente impegnato contro i manifestanti, che sembrano perfino averne festeggiato l'arrivo; soldati e mezzi motorizzati e blindati si sono posizionati attorno a zone critiche della capitale, come ad esempio la sede della TV di Stato...per poterle difendere o per prenderne il controllo?
Manifestanti devastano placard con l'effige del 'delfino' Gamal Mubarak
 Poco dopo l'una e mezza si é saputo che il Quartier generale del Partito nazionale democratico, la formazione politica di Mubarak che é tutt'uno con lo Stato egiziano, é stato saccheggiato e dato alle fiamme, colonne di fumo scuro sono state riportate da tutte le fonti giornalistiche e da tutti i testimoni oculari. Mubarak, intanto, ha annunciato che terrà un discorso alla nazione, ma non quando lo farà. Alla notizia il Dipartimento di Stato Usa ha deciso di posporre una sua "press conference" per aggiornarla dopo che il presidente egiziano avrà tenuto il suo appello.

In una dichiarazione di rara mendacia e ipocrisia il Primo Ministro sionista Benji Netanyahu si é detto certo che l'Egitto uscirà fuori "rafforzato e più democratico" dalla situazione attuale e che si rivelerà un partner ancora migliore per Israele.