Un anno fa, a inizio giugno 2017, commando dell'ISIS attaccavano a Teheran il Palazzo del Majlis (Parlamento) e il Mausoleo dell'Ayatollah Khomeini, causando alcune vittime.
Le cellule terroristiche avevano progettato tre attentati contemporanei, ma la vigilanza dei servizi segreti iraniani permise di catturarne uno prima che potesse essere pronto a colpire.
Anche grazie all'allarme preventivo lanciato quando fu chiaro che il gruppo di fuoco arrestato era solo uno di molti, gli attentati non ebbero il successo che i terroristi speravano, l'uomo-bomba del Mausoleo di Khomeini, ad esempio, si fece esplodere mentre era braccato, non riuscendo a fare la strage desiderata.
Giorni dopo, con una operazione che dimostrava la potenza e l'affidabilità delle nuove armi iraniane, salve di missili balistici vennero scaricate sulle basi dell'ISIS allora esistenti in Siria, colpendo con estrema precisione e uccidendo almeno 360 terroristi.
Adesso la Suprema Corte Giudiziaria iraniana ha confermato che gli otto terroristi arrestati (i membri del commando che non riuscì a colpire, più quelli sopravvissuti e arrestati nel corso degli attacchi) verranno condannati a morte.
quando si ha a che fare con "kamikaze", la condanna a morte non è deterrente.
RispondiEliminaMolto meglio tagliarli alluci (non saranno più in grado di correre o camminare bene) pollici e indici(avranno difficoltà a sparare), le palle (non potranno più stuprare nessuno/a) , mozzargli orecchie (non potranno più inforcare occhiali )e, fattogli marchio a fuoco sulle fronte "servo di Sion", rimandarli a casa rimandarli a casa, come deterrente per nuovi arruolamenti