Un importante passo nella ricostruzione della Siria, in cui non é difficile vedere il contributo della tecnologia iraniana o cinese.
Qisweh, nei dintorni di Damasco, ha visto oggi l'inaugurazione della centrale fotovoltaica che rappresenta il punto d'ingresso della Repubblica Araba Siriana nel settore delle energie rinnovabili.
Ogni anno l'impianto di Qisweh, costato circa 2 milioni di dollari, potrà produrre 1 milione e mezzo di Kw, ma presto riceverà un potenziamento che porterà il suo 'output' a 2 milioni di Kw.
Tale potenza é sufficiente a fornire energia a un intero quartiere di Damasco, con un enorme risparmio di combustibili.
La Siria prima dell'invasione takfira straniera si era avvicinata al punto di trasformarsi da un esportatore netto di carburanti a un importatore, per gli accresciuti consumi della popolazione; i pannelli fotovoltaici, se diffusi in tutto il paese, non solo in centrali come questa (ne sono previste a stretto giro altre nove) ma anche in unità individuali, potrebbero rovesciare la situazione, non solo "liberando" per le esportazioni grandi quantità di petrolio e di gas, ma rendendo possibile anche l'esportazione diretta di corrente elettrica in surplus, ad esempio verso il Libano, l'Irak, la Turchia.
Tutto segnali che il paese si avvia verso un futuro di speranza grazie alla salda volonta'dei siriani di difendersi dalla barbarie
RispondiEliminaAlla base del conflitto imposto, c'è la sovranità monetaria.
RispondiEliminaLa banca centrale dello Stato Siriano non è controllata da sion.
Le fiorenti economie si sono già fatte vive a guerra ancora in corso,giustamente le loro offerte sono state respinte.
EliminaGlande glande stratega direbbe un cinese.
Bam Bam