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sabato 2 agosto 2014

Barbouze wahabiti ammettono: "La Fratellanza Musulmana, la Turchia fondamentali e l'Alleanza 8 Marzo ci hanno aiutato!"

Alcuni terroristi egiziani che hanno partecipato al conflitto in Siria al fianco dei gruppi terroristici hanno riconosciuto il coinvolgimento del gruppo terroristico dei Fratelli Musulmani in Egitto, del Partito Giustizia e Sviluppo che governa in Turchia e dell'Alleanza 8 Marzo del Libano, nel reclutamento e nella formazione di migliaia di terroristi, facilitando il loro ingresso nel territorio siriano.

Il giornale egiziano Al-Youm al-Sabaa, ha riportato la notizia, attraverso un'indagine condotta con interviste al gruppo terroristico della Fratellanza musulmana che ha facilitato l'entrata dei terroristi in Siria attraverso il Libano, dove aver ricevuto addestramento con la supervisione dei partiti filoamericani e filosauditi libanesi per poi passare in Turchia, dove hanno potuto attraversare il confine siriano.

Il giornale ha messo in guardia sul legame tra l’Isis e le organizzazioni terroristiche in Egitto, il cui capo dell'organizzazione / Ansar al-Beit Maqdes /, minaccia di diffondere i combattimenti dalla Siria all’ Egitto, soprattutto dopo il ritorno dei giovani egiziani verso il loro paese e la formazione di gruppi legati a queste organizzazioni.

domenica 1 dicembre 2013

L'Egitto del dopo-Ikhwan mette al bando ogni genere di partito politico a base religiosa

Con il voto a maggioranza di quasi tutti i suoi membri la Commissione Costituzionale egiziana che sta preparando una nuova Carta da sottoporre a Referendum popolare all'inizio dell'anno venturo ha già approvato oltre centoventi articoli del documento, tra cui una particolare norma che esclude esplicitamente dalla competizione politica "partiti o formazioni con base religiosa".

Tutti penseranno immediatamente all'FJP, Partito di Libertà e Giustizia fondato dall'Ikhwan musulmana per poter competere nelle elezioni del dopo-Mubarak, ma a essere colpito dal provvedimento saranno anche i radicali sunniti semi-wahabiti di Al-Nour.

Questo provvedimento farà molto per dimostrare l'effettivo seguito nella società dei partiti religiosi: se nelle prossime consultazioni l'affluenza alle urne dovesse mostrarsi incredibilmente più bassa del solito sarà segno sicuro che i sostenitori delle fazioni religiose si saranno astenuti dal voto.

giovedì 4 luglio 2013

Cinque morti, dieci feriti tra Marsa Matruh e Alessandria: ora la repressione violenta si concentra sui sostenitori di Morsi!

Mentre una parte dell'Egitto festeggia e si rallegra per la deposizione e l'arresto più o meno velato del Presidente Mohammed Morsi (per il quale non proviamo alcuna simpatia ma che ricordiamo essere comunque stato regolarmente eletto con consultazioni democratiche) la parte di paese che ancora lo sostiene non esita a versare il proprio sangue protestando e contestando l'intrusione delle Forze Armate nella vita pubblica del Paese.

Sono riportati quattro morti e numerosi feriti nella piccola città costiera di Marsa Matruh, uccisi quando le forze di sicurezza hanno assaltato per riconquistarlo il quartier generale di polizia della cittadina, che era stato occupato da manifestanti legati all'Ikhwan musulmana, un altro morto, sempre tra i sostenitori del Presidente-eletto si sarebbe avuto ad Alessandria/Iskandriya.

Anche Aisut e Gharbiya sarebbero state luogo di violenti scontri tra forze dell'ordine e manifestanti pro-Morsi. Intanto é stato confermato che i militari intervenuti a deporre Mohammed Morsi avrebbero sospeso la Costituzione e nominato il Capo della Suprema Corte  Adli Mansour come Capo di Stato 'traghettatore' verso un nuovo processo elettorale che dovrebbe dotare (chissà quando) il Paese di un nuovo Parlamento e Presidente.

Tra tank per le strade e fuochi d'artificio in cielo si chiude il sipario sulla presidenza Mursi: modello turco-pachistano per l'Egitto?

Colonne di blindati e di cingolati hanno occupato tutti i punti e gli snodi strategici della capitale egiziana Il Cairo mentre gli elicotteri fin dal pomeriggio hanno preso a rombare nel cielo come enormi mosconi sopra strade e piazze ancora ingombre di folla, perlopiù plaudente all'intervento militare. Ancora una volta é stato l'Esercito egiziano l'ago della bilancia: due anni fa si rifiutò di intervenire per reprimere la protesta di Piazza Tahrir, suggellando la sconfitta del regime di Mubarak. Oggi, dopo un anno di presidenza Mursi e circa un anno e mezzo di supremazia politica dell'Ikhwan i Generali hanno imposto l'aut-aut al Presidente, letteralmente strappandogli la carica e licenziandolo.
Secondo voci di corridoio Morsi sarebbe guardato a vista e il blocco di visti e passaporti sarebbe stato emanato per 40 alti dirigenti della Fratellanza Musulmana che non possono più lasciare il paese. Sembra che le forze armate cerchino di occupare un ruolo simile a quello giocato in passato dai generali turchi e tuttora ricoperto da quelli pachistani: quello di 'guardiani' e sorveglianti dei poteri civili, per quanto regolarmente eletti, che possono deporre o togliere di mezzo a loro piacimento, come accaduto in Turchia fino a tutti gli anni '80 e in Pachistan ancora con l'ex-Premier Nawaz Sharif.

Per completare l'aria di golpe il canale TV dell'Ikhwan é stato oscurato e i suoi manager arrestati mentre il partito musulmano ortodosso "Al-Nour" (che pure aveva vinto quasi il 30 per cento dei consensi alle elezioni politiche) si é affrettato a fare atto di sottomissione ai Generali di Abdel al-Sisi.

sabato 16 marzo 2013

Mursi si dichiara: "spiaciuto" per morti e violenze a Port Said e al Cairo: basterà per riportare la pace in Egitto?

Nel corso di venerdì, giornata dedicata alla preghiera, il Presidente egiziano Mohammed Mursi ha emesso un comunicato rivolto al paese col quale si é dichiarato "profondamente dispiaciuto" per la piega presa dagli eventi a Port Said e nella capitale Il Cairo in seguito alle sentenze giudiziarie contro i responsabili dei sanguinosi scontri dello stadio di febbraio 2012.

Nelle proteste di segno opposto che hanno attraversato la capitale e la poplosa città portuale del Delta si sono contati oltre 10 morti oltre a centinaia di feriti e alla devastazione di proprietà pubbliche e private per dozzine di milioni di dollari di danno, inoltre, per consentire un effettivo ritorno alla normalità, a Port Said si é dovuta far ritiriare la polizia e schierare in sua vece l'Esercito.

Ma probabilmente, a parte il sentimento di umano rammarico che personalmente Mursi potrà anche provare; la fonte maggiore delle sue preoccupazioni ultimamente é verosimilmente rappresentata dal recente annullamento delle elezioni, 'bocciate' dal Potere Giudiziario dopo che, per decreto, il Presidente e il partito politico di cui egli é espressione le avevano fissate in varie scadenze dal 22 aprile a fine giugno.




mercoledì 27 febbraio 2013

Il Governo di Hamas protesta contro l'Egitto: "Aprite il varco di Rafah e non avremo più bisogno dei tunnel sotterranei!"

Il Ministero degli Interni palestinese dalla sua sede nella Striscia di Gaza ha espresso la sua "viva sorpresa e disapprovazione" di fronte al perdurare della campagna egiziana contro i tunnel che attraverso il sottosuolo di Rafah permettono di rifornire il ghetto litoraneo della Striscia nonostante i tentativi shylockiani di strangolamento da parte del regime sionista.

Il Ministero ha chiesto ufficialmente alle autorità egiziane di considerare la situazione di emergenza umanitaria in corso a Gaza e attendere a muovere contro gli operatori dei tunnel, le cui attività comunque vengono monitorate da parte palestinese e cui non viene concesso di portare avanti attività lesive della sicurezza di Gaza o del Sinai. Inoltre il messaggio prega il Cairo di considerare che, qualora il varco di Rafah fosse aperto e transitabile alle merci con il pieno controllo e monitoraggio dei governi legittimi egiziano e palestinese non vi sarebbe alcun bisogno di ricorrere all'economia dei tunnel e anche tutti i loro scavatori e operatori tornerebbero alle loro vecchie professioni nel commercio o nell'economia legale che riemergerebbe prepotentemente dopo essere stata costretta a trasformarsi in contrabbando dall'arbitraria e crudele decisione dell'assedio sionista.

martedì 26 febbraio 2013

Scandalo in Egitto: il Governo avrebbe comprato 140.000 granate di gas urticante "in preparazione" delle elezioni politiche!

Mentre anche il partito d'opposizione guidato dal semi-sconosciuto Hamdeen Sabahy decide di imitare Mohamed El-Baradei invitando i propri aderenti e simpatizzanti a non recarsi a votare alle prossime elezioni parlamentari annunciate dal Governo e dai partiti attualmente al potere, il quotidiano "Egypt Independent" ha lanciato uno 'scoop' destinato a pesare non poco sul clima di tranquillità politica del Paese delle Piramidi.

Il giornale avrebbe infatti rivelato come nel corso del passato mese di gennaio il Governo in carica avrebbe concluso accordi con gli Usa per l'acquisto di ben 140mila granate di gas urticante "CS", lo stesso ampiamente usato dagli sgherri di Mubarak contro i manifestanti di Piazza Tahrir e quotidianamente riversato contro i Palestinesi dei territori occupati dal regime ebraico.

Con questo genere di "riserva" a cui attingere e un clima interno sempre estremamente teso sembra molto difficile che il 22 aprile, secondo le intenzioni del Governo e del Presidente Mursi, possano tenersi regolarmente elezioni condivise e accettate da tutto l'arco costituzionale.

domenica 24 febbraio 2013

Tra annunci di nuove elezioni e appelli all'astensione l'Egitto si muove verso il caos!

Il Governo egiziano egemonizzato dall'FJP della Fratellanza Musulmana e subordinato alla Presidenza della Repubblica di Mohamed Mursi ha annunciato la prossima organizzazione di una nuova consultazione elettorale parlamentare che possa finalmente dirimere la questione della legittimità istituzionale che é necessario chiarire prima di procedere alle profonde necessarie riforme della cosa pubblica.

Ma, l'annuncio era stato lanciato da poche ore, che subito é risuonato l'appello all'astensionismo da parte del rappresentante dell'opposizione-arcobaleno Mohamed el-Baradei, il quale ha invitato a disertare le prossime urne comparando le prossime elezioni a quelle organizzate dal passato regime di Mubarak. Ci vuole molta "chutzpah" (sfacciataggine, in ebraico) a chiamare in causa Mubarak da parte di El-Baradei, che ricordiamo in OTTIMI rapporti con la passata dittatura, tanto da accettare incarichi istituzionali da essa e da rappresentarla nell'agone internazionale come quando era Segretario dell'IAEA.
El-Baradei e Mubarak...ieri...non sembravano molto nemici, no?
L'opposizione 'laica/secolare/socialista/nasserista' ha compiuto secondo noi un GRAVISSIMO ERRORE quando, "tanto per far numero" ha accettato nei suoi ranghi personaggi come El-Baradei, gravemente compromesso col passato regime; pur non essendo certamente sostenitori di Mursi o entusiasti delle sue politiche tentennanti e indecise (tranne quando si tratta di farsi bello con Israele chiudendo qualche tunnel verso Gaza).

domenica 17 febbraio 2013

Cronaca della vergogna: l'allagamento dei tunnel verso Gaza un 'regalo' dei Fratelli Musulmani a delegazione sionista in visita!


In una sua recente edizione il quotidiano egiziano "Al Masri Al Youm" ha rivelato che il recente 'blitz' delle forze governative egiziane del Sinai che facendo tracimare alcune cisterne sotterranee sono riuscite ad allagare e fare chiudere tre tunnel che portavano dalla zona di Rafah alla Striscia di Gaza (compresa un'importantissima arteria per l'importazione di ghiaia e cemento, materiali necessari a riparare i disastrosi effetti dei bombardamenti israeliani), sarebbe coinciso con la visita-lampo di una delegazione militare sionista di alto livello.

Una sorta di "regalo di benvenuto" dunque, da parte del Presidente Mursi e dei Fratelli Musulmani che lo hanno messo al potere verso i 'graditi ospiti' di Tel Aviv che, a sentire i redattori del quotidiano cairota, sarebbero arrivati nella capitale per discutere di temi inerenti alla sicurezza dei confini del Sinai, alla presenza di gruppi armati nella penisola montuosa egiziana, al mantenimento del Trattato di Camp David.

Lasciamo ogni commento e considerazione ai nostri lettori.
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venerdì 15 febbraio 2013

"Allagati i 'Tunnel della Vita'!" Ecco come la Fratellanza Musulmana ricompensa i Palestinesi di Gaza e il Governo di Hamas!


Sarebbero tre, fino a ieri, i tunnel sotterranei tra la Striscia di Gaza e il Sinai inondati volontariamente dalle autorità egiziane che avrebbero deviato l'acqua di diversi pozzi sotterranei per renderli inoperabili; fino ad ora il più importante di essi era un condotto equipaggiato con un nastro trasportatore che consentiva il trasferimento di sacchi di cemento e ghiaia all'intenro del ghetto palestinese assediato, ancora bisognoso di vaste opere di ricostruzione dopo i bombardamenti sionisti del 2009, del 2012 e lo stillicidio di 'raid' che hanno scandito l'intervallo tra i due 'blitz' sionazisti.

La mossa ha fatto infuriare i rappresentanti di Hamas che ormai da due anni attendono un'apertura definitiva del varco di Rafah al transito merci, ma sono stati finora delusi; da quando il presidente Mursi dell'FJP é salito al potere le forze egiziane, senza alcun avviso o alcuna concertazione con il Governo palestinese hanno fatto chiudere qualcosa come duecento "Tunnel della Vita".

Sembra proprio che il Governo dei Fratelli Musulmani sia più interessato a mostrarsi solerte persecutore del contrabbando anti-strangolamento che consente a Gaza di sopravvivere piuttosto che di mantenere coi fatti le profferte di solidarietà tante volte sbandierate nei confronti di Gaza. Anche questo dovrebbe far capire ad Hamas se sia meglio rimanere alleati dell'Asse della Resistenza Sciita-Siriano-Iraniano piuttosto che degli Emiri Wahabiti del Petrolio e dei loro "amici" della Fratellanza Musulmana filo-Usa e ormai, diciamolo chiaramente, filo-israeliana!
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martedì 4 dicembre 2012

Regalie, incentivi e benefit, come Mohammed Mursi e l'Ikhwan sono riusciti a garantirsi l'appoggio dell'Esercito egiziano!

E' ormai certo che nello scontro costituzionale che vede gli ultimi relitti del regime di Mubarak e una variopinta 'coalizione' di scontenti dei risultati elettorali ('liberali', laicisti, nasseriti, socialisti) uniti contro l'Ikhwan del Presidente Mursi (col suo partito di maggioranza, l'FJP) l'Esercito del Cairo si schiererà senza se e senza ma a fianco di quest'ultima.
"Ma come?" Verrebbe da domandarsi, non era forse l'Esercito, nutrito di 'aiuti Usa' e fedele a generali pro-israele il baluardo del potere di Mubarak? Bé, "quasi" o meglio, "non proprio" visto che al momento culminante delle proteste di quasi due anni fa i Generali preferirono non schierarsi, lasciar cadere l'autocrazia mubarakiana e poi proporsi come "gestori" e timonieri della transizione alla Democrazia.
Valutata poi sul campo l'inarrestabilità dell'ascesa dell'Ikhwan essi hanno accettato di venire messi da parte, a patto che nessun graduato fosse incriminato o processato per atti compiuti sotto l'egemonia di Mubarak (cosa che il Presidente Mursi in effetti ha sempre impedito avvenisse). Adesso con una attenta inclusione di autonomie, guarentigie e protezioni varie sapientamente inserite nel testo della Costituzione é certo che i militari saranno fedeli al Presidente e alla Fratellanza Musulmana.
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venerdì 23 novembre 2012

Egitto: Il 'blitz' costituzionale del Presidente Mursi mette il paese in travaglio e compatta l'opposizione contro di lui

E' stata una giornata travagliata al Cairo, tra marce, manifestazioni, raduni e dimostrazioni di segno opposto che dimostrano quanto profonda sia la frattura tra gruppi e movimenti che, uniti diciotto mesi fa per abbattere il regime di Mubarak, si sono divisi aspramente dopo che, vittoriosa con amplissimo margine in tutte le competizioni elettorali tenutesi da allora, l'Ikhwan, la Fratellanza Musulmana, si appresta a cambiare l'architettura costituzionale del paese secondo i suoi voleri.

Con una "dichiarazione costituzionale" annunciata subito dopo l'entrata in vigore del Cessate il Fuoco a Gaza, Mohammed Mursi ha garantito la completa imperseguibilità giudiziaria ai giuristi incaricati di redigere la nuova costituzione, nonché ai membri della Camera Alta del Parlamento (nonostante il suo status incerto dopo lo 'scioglimento' ordinato dal Maresciallo Tantawi quando era ancora capo dello SCAF).

Inoltre Mursi ha ordinato di celebrare nuovi processi per tutti gli ex-dignitari del passato regime, anche quelli mandati assolti in procedimenti giudiziari già celebrati, e ha promulgato una 'Legge di Protezione della Rivoluzione' con cui si é assegnato il potere di "Proteggere la Nazione e la sua Rivoluzione da ogni pericolo, adottando le necessarie misure a garantirne la sicurezza, l'integrità e a superare gli ostacoli che ne minaccino il progresso".

Immediatamente tutto il polverume dei partiti e dei rappresentanti 'progressisti', 'secolari' e 'liberali' si é messo in agitazione anche con manifestazioni violente gridando al 'Colpo di Stato' alla 'Dittatura' e accusando Mursi di voler diventare 'Nuovo Faraone'; ma folle di migliaia e migliaia di persone aderenti all'Ikhwan o simpatizzanti per essa si sono altresì riversate in strada per acclamarlo e celebrarlo.
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giovedì 19 luglio 2012

Il Presidente egiziano Mursi riceve al Cairo delegazione di alto livello di Hamas, capitanata dallo stesso leader Khaled Mishaal!

Mohammed Mursi, esponente della Fratellanza Musulmana recentemente eletto alla carica di Presidente egiziano dalle prime consultazioni democratiche nella Storia del paese sta per incontrare una delegazione di alto livello del Movimento di Resistenza musulmano Hamas, guidata dal Segretario dell'ufficio politico in persona: Khaled Mishaal. La visita di Mishaal si concreta la settimana successiva a quelle con cui egli ha recentemente incontrato i vertici del Movimento del Rinascimento musulmano (Ennahda) a Tunisi e con l'attuale premier marocchino, a sua volta esponente di una forza politica islamista.
La notizia del meeting, diffusa dal vice di Mishaal, Moussa abu Marzouk, sembra dare corpo e veridicità all'annuncio, recentemente reso da Ousama Hamdan, capo delle relazioni estere di Hamas, secondo il quale il Movimento palestinese avrebbe intenzione di perseguire "ad ampio spettro e in profondità" rapporti sempre più stretti con le dirigenze politiche emerse dai moti e dalle rivoluzioni della 'Primavera Araba'. Tuttavia Marzouk ha negato recisamente che Mursi debba fare da 'tramite' per la ripresa del processo di riconciliazione tra Hamas e Fatah e che la coincidenza tra l'incontro tra Mishaal e Mursi e quello di poco precedente tra quest'ultimo e Mahmoud Abbas di Fatah é dovuta soltanto "all'agenda fitta di impegni del neopresidente egiziano".

Ezzet Resheq, del Politburo di Hamas ha dichiarato che lo scopo principale della visita della delegazione guidata da Mishaal é "semplicemente quello di congratularsi per la vittoria riportata al ballottaggio elettorale e augurare a Mohammed Mursi buon lavoro come primo presidente dell'Egitto democratico", anche se non ha escluso che "eventualmente il discorso possa ampliarsi fino a includere questioni legate alle condizioni della Striscia di Gaza e al perdurante stato di assedio dell'enclave litoranea".
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sabato 14 luglio 2012

I Presidenti d'Egitto e Tunisia, Mursi e Marzouki, dichiarano a una voce: "Sostegno totale alla Causa e ai Diritti palestinesi!"

In una conferenza stampa congiunta che la cronaca ricorderà come uno degli eventi-chiave del dispiegamento delle forze democratiche scatenata nel Nordafrica arabo e musulmano dalla dirompente carica rinnovatrice della "Primavera Araba" i neo-presidente egiziano (Mohammed Mursi, esponente del Partito di Libertà e Giustizia della Fratellanza Musulmana) e il suo collega di poco più anziano di carica, il tunisino Morcef Marzouki del Congresso per la Repubblica (formazione più laica ma altrettanto dedita all'ideale della Democrazia e della Libertà di scelta politica) hanno dichiarato fianco a fianco la loro dedizione al sostegno della Causa palestinese.
Mursi ha messo bene in chiaro che non é intenzione sua o della sua amministrazione entrare nel merito della politica interna palestinese sostenendo questa o quella fazione o partito ma in maniera altrettanto esplicita e netta ha fatto capire che la sua determinazione a sostenere il Diritto palestinese all'autodeterminazione, alla Democrazia e a un proprio Stato dove esercitarla libertamente sarà totale.
Marzouki, da parte sua, ha detto come già in precedenti occasioni che la Tunisia é unita e solidale con la Palestina e i Palestinesi e che cercherà in tutti i modi di spingere avanti il processo di riavvicinamento e ricomposizione politica tra Hamas e Fatah, strada privilegiata per portare avanti una piattaforma di rivendicazioni unitaria e omogenea. Marzouki si trovava al Cairo impegnato in una due giorni di visita ufficiale all'Egitto.
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lunedì 25 giugno 2012

I massimi dirigenti di Hamas si congratulano con Mohammed Mursi, nuovo Presidente egiziano e alfiere della Fratellanza Musulmana!


Il Leader del Politburo di Hamas Khaled Mishaal e il Premier del legittimo Governo palestinese Ismail Hanyieh hanno fatto le loro congratulazioni telefoniche al neopresidente egiziano Mohammed Mursi, il primo a venire eletto democraticamente nella Terra dei Faraoni, una volta che anche il Consiglio militare di Tantawi non ha avuto scelta (con quattro giorni di ritardo su quanto annunciato) di dichiararlo ufficialmente vincitore dei ballottaggi tenutisi recentemente.
 
L'Ufficio Informazioni del Movimento Hamas, in un comunicato stampa ha riportato come Mishaal abbia augurato al leader dell'FJP "ogni successo nel condurre l'Egitto verso il progresso e la prosperità illuminate dall'Islam politico, unica soluzione ai problemi del paese, faro verso cui tutto il mondo arabo e islamico devono volgersi al più presto".
 
Ismail Haniyeh, dal canto suo, ha augurato "la miglior fortuna" a Mohammed Morsi a partire dall'obiettivo di condurre presto il paese a nuove elezioni politiche dopo che quelle di novembre sono state annullate dai generali e per strappare a questi i poteri di budget e di veto riguardo la Costituzione che si sono arrogati nel 'vuoto di poteri' causato da quella balzana decisione.
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lunedì 18 giugno 2012

Hamas si congratula con Mursi per la vittoria presidenziale ma ripete: "Nessuna ingerenza nella politica interna egiziana!"

La notizia della vittoria di Mohammed Mursi dell'FJP al ballottaggio presidenziale egiziano si diffonde in tutto il Medio Oriente e il Mondo Arabo come un'onda che increspi a cerchi concentrici la superficie di uno stagno, suscitando via via commenti e reazioni; ovviamente, uno dei primi luoghi su cui si é concentrata l'attenzione di analisti e politologi é stata la Striscia di Gaza, dove non é certo un mistero come il locale Governo di Hamas guardasse con fiducia al risultato elettorale nella speranza che la salita di Mursi alla poltrona che fu di Mubarak significhi, una volta per tutte, apertura dei confini e termine dell'assedio sionista, cui il regime autocratico egiziano ha sempre cooperato e a cui nemmeno un anno di "interregno" post-rivoluzionario ha significato altro se non minime concessioni (come l'apertura di Rafah ai passeggeri).
Tuttavia se da una parte il portavoce Sami Abu Zuhri si é congratulato con il popolo egiziano per la sua costanza e perseveranza e per la vittoria del candidato dell'Ikhwan, salutandola come "una vittoria della Rivoluzione e una maniera per onorare le sue centinaia di martiri, recenti e lontani", dall'altra parte il più autorevole leader Salah al-Bardawi ha reiterato come sia intenzione di Hamas "non interferire" direttamente con la politica interna egiziana e che, fermo restando il profondo apprezzamento per il senso di fratellanza e solidarietà verso la Palestina e i Palestinesi che anima gli Egiziani, Hamas non vuole spingersi a indicare o ancor meno a suggerire in quali azioni politiche esso debba tradursi, accettando quelle che i leader liberamente eletti dell'Egitto decideranno di intraprendere in tal senso.

 Bardawi ha anche smentito per una volta di più gli assurdi addebiti secondo cui uomini delle Brigate Qassam si troverebbero nel Sinai egiziano per approntarvi basi logistiche, depositi di armi e altre strutture, definendo tali pretese: "Pure e semplici invezioni propagandistiche messe in giro dalla stampa sionista e filosionista per calunniare e mettere in cattiva luce Hamas e i suoi militanti".
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Mohammed Mursi vince le elezioni presidenziali egiziane; il popolo canta: "Tantawi, annulla anche queste se hai coraggio!"

Il leader del Partito di Libertà e Giustizia (FJP), braccio politico della Fratellanza Musulmana, Mohammed Mursi, é il nuovo Presidente dell'Egitto; il primo eletto democraticamente dal popolo. Secondo il suo comitato elettorale, le cui affermazioni sono sostanziate dai più autorevoli osservatori internazionali, il candidato si é conquistato il 51,8 per cento del voto popolare al ballottaggio contro Ahmed Shafiq, l'uomo della restaurazione sostenuto dalla junta militare di Tantawi e da tutti i sopravvissuti del vecchio regime.

Scene di celebrazione e gioia si susseguono in tutto l'Egitto, dove la popolazione si é mobilitata a sostegno di Mursi per non permettere che la Rivoluzione di Piazza Tahrir venisse snaturata e 'scippata' dai provvedimenti dei militari che poco prima del ballottaggio hanno obbilgato la Corte Costituzionale a dichiarare invalide le elezioni dello scorso novembre.

"Tantawi, annulla anche queste!" canta la gente in piazza, riferendosi ironicamente alle presidenziali che ancora una volta, nonostante tutti i tentativi di favorire Shafiq in maniere palesi ed occulte (anche con l'aiuto dei fondi delle monarchie petrolifere del Golfo) hanno visto prevalere il rappresentante del partito islamico moderato, già protagonista delle politiche dove raccolse il 47,9 per cento dei voti.
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sabato 16 giugno 2012

In Egitto si aprono le urne tra rabbia popolare e timori di brogli: adesso tutti sostengono Mursi contro la restaurazione di Shafiq!

L'Egitto é al culmine della tensione nel week-end in cui si aprono i seggi per la due-giorni elettorale che vedrà il leader del Partito di Libertà e Giustizia Mohammed Mursi contendere all'Ex-premier di Mubarak Ahmed Shafiq la poltrona di Presidente nella prima elezione democratica per la massima carica egiziana. Gli animi della popolazione sono infiammati dalla sentenza della Corte Suprema che ha sciolto il Parlamento e respinto la legge di esclusione elettorale che avrebbe messo fuori gioco Shafiq dal ballottaggio ma, forse, l'iniziativa dei giudici pilotati dal Maresciallo Tantawi e dai suoi colleghi é stata prematura e mal calcolata visto che adesso, in sua conseguenza, anche fasce di elettorato che prima non sostenevano Mursi o l'Ikhwan si sarebbero decisi a votarlo per sbarrare la strada alla restaurazione del vecchio regime di cui Shafiq é l'incarnazione e il principale volto pubblico. Certi rappresentanti della Fratellanza Musulmana sono arrivati persino a "congratularsi" ironicamente con Tantawi e lo SCAF per aver 'consegnato' loro nuovi sostenitori. Mursi ad ogni modo era già dato ampiamente favorito nella disfida contro Shafiq, come avevano annunciato anche i voti degli egiziani all'estero, tra cui il candidato dell'FJP ha fatto registrare preferenze all'80 per cento contro il rivale. Intanto nella giornata di ieri dopo la fine delle preghiere nelle moschee si sono registrate imponenti manifestazioni al Cairo ma anche ad Alessandria, durante le quali migliaia di persone hanno gridato la loro opposzione a ogni tentativo di 'ritorno al passato' agitando scarpe e bruciando effigi del candidato presidenziale e dei leader dello SCAF. Intervistato dall'emittente iraniana PressTV, Waleed Haddad, portavoce dell'FJP ha espresso la sua convinzione che il popolo egiziano, di fronte ai maldestri tentativi dei militari di deviare a loro favore il corso degli eventi e di contenere e snaturare la libera espressione della volontà popolare reagirà dando ancora più forza e sostegno a quei rappresentanti, a quei partiti, a quei candidati che promettono un completo cambio di rotta rispetto al passato, finendo per premiare ulteriormente l'Ikwhan e la sua espressione politica, appunto, il Partito di Libertà e Giustizia.
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venerdì 15 giugno 2012

La Corte Suprema egiziana scioglie il Parlamento con pretesti capziosi, il popolo insorge: "Vogliono rubarci la Rivoluzione!"

La Suprema Corte Costituzionale egiziana ha ordinato lo scioglimento del Parlamento eletto a novembre 2011 con le prime elezioni democratiche della storia del paese, adducendo motivazioni deboli e ipocrite, chiaramente 'suggerite' dai generali dello SCAF, la giunta militare guidata dal Maresciallo Tantawi che da oltre un anno cerca di impedire e limitare le necessarie trasformazioni di una società che vuole chiudere i conti con l'era Mubarak ed effettuare un profondo e accurato repulisti. In pratica la Corte ha stabilito che le elezioni sarebbero da considerarsi irregolari per via del fatto che rappresentanti dei partiti politici avrebbero vinto seggi in teoria riservati a candidati 'indipendenti'. Ancora una volta assistiamo al tentativo di forze legate all'imperialismo Usa di 'cancellare' una elezione democratica il cui risultato 'scomodo' ha premiato l'Islam politico (il partito della Fratellanza Musulmana aveva ottenuto quasi il 50 per cento dei voti e i musulmani ortodossi di Al-Nour quasi il 30 per cento). In seguito al decreto della Corte lo SCAF ha dichiarato che annuncerà la costituzione di un'assemblea di 100 membri incaricata di scrivere una nuova Costituzione in luogo di quella a cui stava lavorando la commissione nominata dal Parlamento. Aggiungendo al danno la beffa, la Corte ha anche respinto la legge di isolamento politico varata dal Parlamento per escludere dal ballottaggio presidenziale Ahmed Shafiq, l'ex-Premier nominato da Mubarak poco prima delle sue dimissioni. Immediatamente dopo il pronunciamento manifestanti si sono riuniti nel quartiere meridionale di Maadi, cantando slogan contro Shafiq e Tantawi e denunciando il pericolo di una contro-rivoluzione che annulli i passi verso la Democrazia fatti nell'ultimo anno. Intanto, dai primi risultati del voto degli egiziani all'estero, sembra che il candidato del Partito di Libertà e Giustizia, Mohammed Mursi, abbia ottenuto quasi l'80 per cento dei suffragi depositati presso consolati e ambasciate.
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mercoledì 13 giugno 2012

Rashid Ghannouchi in visita in Egitto discute con l'Ikhwan e coi partiti della questione palestinese!

Il fondatore e leader supremo del Movimento tunisino per il Rinascimento Musulmano -Ennahda-, Rashid Ghannouchi, ha confermato nel corso della sua recente visita in Egitto di avere tenuto incontri al vertice con i rappresentanti di alcuni partiti politici e con alcuni ex-candidati presidenziali, durante i quali sono state discusse "Questioni riguardanti il problema palestinese, i costanti pericoli che minacciano Gerusalemme e Gaza e le minacce del regime sionista".

Ghannouchi, parlando del suo incontro con i membri del Partito di Libertà e Giustizia, legato alla Fratellanza Musulmana, ha dichiarato ai microfoni del Palestine Information Center che: "La questione palestinese é stata al top dell'agenda di discussione con l'Ikhwan e i suoi rappresentanti, con i membri dell'FJP e con gli ex-candidati presidenziali". "

Vi é un largo consenso riguardo alla questione palestinese e il ruolo dei gruppi dirigenti sorti dalla Primavera Araba riguardo essa, la battaglia rivoluzionaria del risveglio musulmano non potrà dirsi veramente completa fino a quando Gerusalemme non sarà libera e la Moschea di Al-Aqsa salva da ogni tentativo giudeizzatore e distruttore, perché la Palestina é veramente il cuore della nazione araba e dell'Umma musulmana".

 Ghannouchi ha anche dichiarato che: "La Primavera Araba, in senso più ampio, é stata ispirata dalle Intifade palestinesi e dall'abilità dei Palestinesi di sopportare e affrontare l'ingiustizia sionista anche contro i rapporti di forza più iniqui e nonostante che il regime ebraico goda dell'appoggio acritico e ipocrita di tutte le potenze occidentali".
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