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giovedì 5 gennaio 2017

L'Iran richiama i Turchi alla realtà sulla situazione siriana: positiva risposta di Ankara!

Il 'dietro front' turco nella politica estera riguardo la Siria non é un processo univoco, vi sono, all'interno del ventaglio di sostenitori e alleati di Erdogan, anche personalità più riottose e meno convinte del cambio di atteggiamento verso Damasco e Assad.

Uno di costoro è sicuramente Mevlut Cavusoglu, chiamato da Erdogan a sostituire agli Esteri l'ex-Ministro Davutoglu proprio in quanto più "falco" sulla questione siriana. Costui di recente ha accusato Esercito Siriano ed Hezbollah di 'infrangere la tregua'.

Puntuale la replica da parte di Baharn Qassemi, Portavoce iraniano degli Esteri, che ha definito l'uscita: "Non costruttiva" invitando i Turchi a "riconoscere la realtà della situazione sul campo in Siria".

venerdì 6 maggio 2016

Le dimissioni di Davutoglu lasciano Erdogan sempre più libero di perseguire le sue folli politiche!


Ahmet Davutoglu ha accompagnato Erdogan in tutte le fasi della sua scalata al potere; prima come Ministro degli Esteri e in seguito avvicendandosi all'attuale Presidente, sostituendolo sullo scranno di Premier turco nell'agosto 2014.

Tuttavia lo stesso Primo Ministro ha annunciato che la sua esperienza come Capo di Governo si concluderà il prossimo 22 maggio, quando formalizzerà le proprie dimissioni.

Attento a non suscitare risentimento nel suo potentissimo superiore Davutoglu annunciando la propria uscita di scena ha riaffermato la propria lealtà alla figura del Presidente, sottolineando di "non portare malanimo verso nessuno".

martedì 28 luglio 2015

Davutoglu dichiara che la Turchia non userà nessuna forza di terra oltre il confine con la Siria

Mentre la fanfara sionista della stampa e della televisione italiane erano impegnate per tutte le ultime 48 ore a cantare le lodi del prode guerriero erdogan che "aveva dichiarato guerra all'ISIS" (con tre razzi lanciati dall'interno dello spazio aereo turco che hanno ucciso -udite udite- ben nove terroristi) e cronisti ed esperti del panorama del giornalismo-letame tricolore (ma genuflesso a tel aviv) si ingolfavano a dipingere scenari di 'no fly zone' e di 'zone cuscinetto' in terra siriana, ad Ankara Ahmet Davutoglu di fronte ad alcuni cronisti e giornalisti locali era costretto a far pace col cervello e a venire a patti con la realtà delle cose.

L'architetto della politica estera "zero stima dai vicini di casa" che ha reso la Turchia, fino al 2010-2011 rispettabile attore della scena mediorientale, esecrata e temuta quanto uno stato-canaglia ha dovuto ammettere di fronte ai rappresentanti della stampa anatolica che é impossibile per le forze armate turche utilizzare unità di terra oltre il confine siriano.

martedì 4 novembre 2014

Putin lancia un altolà ad Ankara: "Assad non si tocca, prenderemo ogni provvedimento per proteggere il nostro alleato!"

Parlando a latere della riunione del Club Valdai a Sochi il Presidente russo Vladimr Putin ha accusato l'Ex-premier e ora Capo di Stato turco Recep Erdogan di sostenere gruppi islamisti mercenari presenti in Siria e di provvedere loro assistenza medica, trasformando la Turchia in un 'santuario' per l'estremismo internazionale.
 "Il regime turco si é trasformato da potenziale partner a serio pericolo per la sicurezza internazionale e sta mettendo a rischio la stabilità dell'intera regione; perciò la Federazione Russa non esiterà a compiere i passi necessari per impedire che Erdogan si imbarchi in un'avventura suicida in Medio Oriente"; questa dichiarazione di Putin é stata ripresa dall'agenzia stampa Itar-Tass.

Il leader russo non ha mancato di menzionare l'ISIS come recipiente dell'aiuto turco e qatariota, mirato a fare esplodere conflitti settari ed etnici in Siria e in Irak con lo scopo di frammentare queste nazioni e di estendere il raggio dell'influenza di Ankara e Doha nei loro territori.

Non solo Erdogan é finito nel mirino degli strali putiniani: anche il suo ex-Ministro degli Esteri e architetto della politica estera 'Neo-Ottomana' Ahmet Davutoglu (ora divenuto Premier) é stato duramente criticato per le sue dichiarazioni riguardo la possibile adesione turca alla 'coalizione anti-Isis' di cui fanno già parte gli emirati sunniti del Golfo, a patto che essa si impegni per rimuovere dal potere il legittimo capo di stato siriano Bashir Assad.

"Se Erdogan e Davutoglu hanno intenzione di intervenire in Siria per conseguire questo risultato, Mosca non avrà sceta se non aumentare ritmo e volume dei suoi aiuti militari al legittimo Governo siriano". Come al solito il Top Dog del Cremlino non usa metafore per consegnare i suoi avvertimenti.

Intanto il Presidente della Duma Sergej Naryshkin ha a sua volta elevato dure critiche alla Turchia per il ruolo svolto nell'attacco terroristico contro la Siria, cui Ankara ha contribuito entusiasticamente da tre anni a questa parte, con l'intenzione assolutamente chiara ed evidente di creare 'zone cuscinetto' e 'zone di interdizione aerea' per frantumare l'unità territoriale del paese vicino, come conferma la richiesta (puntualmente esaudita) di un 'lasciapassare parlamentare' per un intervento oltreconfine.

Facendo riferimento alla brusca inversione di marcia della politica estera turca Naryshkin ha commentato: "Mi addolora profondamente vedere come Ankara abbia abbandonato la sua politica di 'zero problemi con i vicini' a una politica di 'zero amici tra gli stati vicini'.

venerdì 29 novembre 2013

L'ex-ambasciatore Botsali rientrato in Turchia dopo l'espulsione dall'Egitto! Sempre più fretti i rapporti Ankara-Cairo!

Huseyin Avni Botsali, ex-ambasciatore turco presso il Cairo, dichiarato 'persona non grata' ed espulso dal Governo del Generale Al-Sisi é atterrato a Istanbul lo scorso mercoledì notte; la sua espulsione ha seguito le virulente e scomposte dichiarazioni del Premier anatolico Erdogan a favore dell'Ex-presidente deposto Mohammed Mursi, attualmente in stato di arresto e sottoposto a processo per gli eccessi commessi durante la sua tenure come massima carica dello Stato.

Non era la prima volta che Ankara si schierava chiaramente a favore dell'Ikhwan, organizzazione politica musulmana a cui Erdogan ha sempre guardato come modo per aumentare il suo prestigio politico nel mondo islamico, ma questa volta le conseguenze sono state molto più serie del solito.

Tra il sostegno a Mursi e quello ai terroristi in Siria Erdogan si é messo politicamente all'angolo da solo, sperperando il patrimonio di prestigio internazionale che si era messo da parte negli anni degli "zero problemi" col vicinato e del sostegno alla Causa Palestinese.

domenica 24 novembre 2013

Gelo diplomatico tra Il Cairo e Istanbul: i due paesi si espellono vicendevolmente gli ambasciatori!

Ha "iniziato" Erdogan, ma la reazione del Generale Al-Sisi non si é fatta attendere: al momento Egitto e Turchia non hanno più un'ambasciata funzionante l'uno nel territorio dell'altra e hanno 'abbassato' i loro rapporti bilaterali "A livello di Incaricato d'Affari", il minimo prima della rottura completa delle relazioni diplomatiche.

Gli ambasciatori erano stati ambedue richiamati in patria ad agosto, dopo che il Governo egiziano aveva più volte accusato quello turco di stare sostenendo posizioni filo-ikhwan e di aiutare l'organizzazione di manifestazioni sovversive in Egitto. L'ambasciatore del Cairo, Abderrahman Salah el-Din, non è mai tornato in Turchia e ora, dopo aver convocato l'Incaricato d'affari egiziano, il Ministro degli Esteri Davutoglu lo ha informato, che El-Din é 'persona non grata' in Turchia.

Subito il Cairo ha effettuato la sua rappresaglia espellendo l'ambasciatore turco e "degradando" il livello dei suoi rapporti con il paese anatolico.


mercoledì 16 ottobre 2013

Appaiono in televisione i due piloti turchi rapiti ad agosto in Libano: sono vivi e stanno bene!

Murat Akpinar e Murat Agca, ufficiali delle linee aeree turche, oltre che dal nome sono accomunati dal fato che li ha voluti sequestrati il nove agosto scorso durante una loro sosta in Libano, presi in ostaggio da cittadini libanesi esasperati per il fato dei loro connazionali rapiti in Siria da terroristi mercenari sostenuti dal Governo di Ankara.

Adesso, in occasione dell'importante festività musulmana dell'Eid al-Adha i loro catturatori hanno fatto filtrare tramite la rete tv LBCI un breve video dei due che recitano i loro nomi, pronunciano la data corrente e si augurano di poter rivedere presto le loro famiglie oltre a comunicare di essere in buona salute.

Come già in precedenza, si aspetta la soluzione del caso dei pellegrini sciiti catturati dai terroristi filoturchi per una svolta nel caso di Akpinar ed Agca. In mancanza di sviluppi positivi in Siria é difficile pronosticare se e quando i due impiegati delle Turkish Airlines potrebbero essere rilasciati.


lunedì 12 agosto 2013

Dopo il rapimento dei due ufficiali delle Turkish Airlines Erdogan ritira i Caschi Blu dal Libano!

Dopo che nelle primissime ore di venerdì scorso un ufficiale pilota delle Turkish Airlines e il suo secondo sono stati bloccati e rapiti a Beirut da uomini armati il Governo di Ankara ha precipitosamente deciso di ritirare il suo contingente di truppe di interposizione schierate nel Sud del Libano a monitorare il cessate-il-fuoco tra Paese dei Cedri e regime sionista di occupazione dopo la conclusione della guerra d'estate del 2006.

Il comunicato ufficiale del Ministero della Difesa di Ankara fa i salti mortali per negare l'evidenza che la decisione sia collegata col sequestro dei due ufficiali di volo, ma ovviamente la realtà dei fatti é sotto gli occhi di tutti. Come in tutte le compagnia di bandiera gli ufficiali di volo turchi sono sempre veterani dell'aviazione e ad essi spesso vengono affidate anche missioni d'intelligence nei paesi che toccano durante il loro lavoro.

Inoltre l'ambasciatore turco a Beirut Inan Ozyldiz ha annunciato che il centro culturale turco e la missione commerciale turca a Beirut saranno "chiusi a tempo indeterminato"


venerdì 9 agosto 2013

Piloti turchi sequestrati a Beirut: le autorità sospettano tentativo di 'scambio' coi pellegrini libanesi catturati per ordine di Erdogan!

Che dietro il rapimento avvenuto l'anno scorso di diversi pellegrini libanesi recatisi in Siria e Iran per visitare i santuari della devozione sciita vi fosse il Governo di Erdogan e la sua strategia "Neo-Ottomana" di sostegno alla 'Brigata Tawheed' e ad altri gruppi estremisti sunniti filo-Ankara non esiste il minimo dubbio, perciò, hanno pensato i responsabili dell'odierno sequestro di due piloti della compagnia di bandiera turca present ia Beirut, l'unico modo per ottenere il rilascio dei prigionieri ancora trattenuti é quello di colpire obiettivi sensibili collegati con gli interessi di Erdogan e complici.

Conseguentemente, alle tre di mattina, un minibus della Turkish Airlines é stato bloccato da uomini armati che ne hanno prelevato due ufficiali di volo (pilota e copilota) sparendo poi nell'oscurità. Finora non vi sono state richieste o rivendicazioni ma sembra abbastanza chiaro lo scopo del sequestro, visto che, a molti mesi dal rapimento dei pellegrini, alcuni di loro non sono ancora stati rilasciati.

Il portavoce di Ahmet Davutoglu, Levent Gumrucku, ha dichiarato che il Ministero degli Esteri turco é 'costantemente in contatto' con le autorità libanesi e che spera in una rapida risoluzione del sequestro, che eviti ogni conseguenza sui rapiti.

sabato 20 luglio 2013

20mila pistole turche con silenziatore sequestrate a Port Said: Erdogan cerca di armare la Fratellanza Musulmana?

Ventimila pistole, non una, non dieci, non cento, ma ventimila armi da fuoco personali (principalmente pistole ma anche qualche mitra e fucile) sono state rinvenute nel porto egiziano di Port Said nei container di un cargo appena arrivato dalla Turchia. Con il paese ancora preda degli 'aftershock' della rimozione del Presidente Mursi da parte dell'Esercito e manifestazioni di protesta che non accennano a fermarsi da parte dei suoi sostenitori della Fratellanza Musulmana e del Partito di Libertà e Giustizia é facile pensare come tale scoperta abbia fatto alzare al massimo la vigilanza di tutti gli organi di polizia civile e militare d'Egitto, nel timore che forze esterne stiano cercando di 'armare' la mano dell'Ikhwan e spingera allo scontro con l'Esercito.

Il carico di contrabbando é saltato fuori dai container della compagnia di spedizioni "ACM er" e subito ha fatto tornare ai massimi la tensione tra Il Cairo ed Ankara dopo che nei giorni recenti il Presidente anatolico Erdogan aveva aspramente criticato l'operato dei generali egiziani parlando di "golpe" e di "Democrazia soffocata".

Immediatamente il Ministro degli Esteri Davutoglu, una volta artefice di un piano di politica estera che doveva "ammaliare" i paesi arabi con il successo dell'AKP e della sua dirigenza islamica 'illuminata' ha dichiarato che Ankara, all'oscuro di qualunque dettaglio sulla spedizione di armi, si attiverà quanto prima per fare luce sulla sua origine e sulla sua destinazione.

domenica 21 ottobre 2012

Boroujerdi sulla debacle turca in Siria: "Erdogan e Davutoglu alla ricerca disperata di una via d'uscita!"

Il parlamentare iraniano Alaeddin Boroujerdi, di cui ci siamo trovati più volte a scrivere in passato, ha dichiarato in una sua recente intervista rilasciata ai media della Repubblica Islamica che secondo informazioni in suo possesso i piani turchi per un 'regime change' in Siria facilitato dal sostegno indiscriminato di Ankara ai fondamentalisti wahabiti armati "sono completamente, totalmente deragliati".

Secondo quanto rivelato da Boroujerdi Erdogan e Davutoglu sarebbero "alla disperata ricerca di un escamotage, di un espediente con il quale potersi 'sganciare' da una situazione caduta ormai in un vicolo cieco", senza però che le loro pesantissime responsabilità in merito possano poi tornare ad angustiarli una difficile quadratura del cerchio per coloro che hanno preferito, come lo stolto al mercato, gettare via il frutto di lunga fatica e lavoro (il prestigio accumulato con la politica 'zero problemi coi vicini') in un giro di ruota al servizio di NATO, Usa e Israele.

Boroujerdi si é quindi diffuso in analisi e considerazioni sulla duplicità e l'ipocrisia dell'Occidente che con una mano condanna il 'terrorismo', chiamando con quel nome anche la legittima Resistenza alle aggressioni imperialiste e con l'altra coccola e finanzia terroristi di ogni risma contro i suoi nemici immediati: in Siria con i wahabiti, in Irak con l'organizzazione MKO e in Germania dove viene ospitato e protetto il leader terrorista curdo Rahman Haj-Ahmadi.
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venerdì 12 ottobre 2012

Ennesima figuraccia turca: il jet siriano sequestrato rilasciato con scuse: "Niente armi trovate a bordo!"

Indecorosa e ridicola conclusione per la 'pantomima' organizzata dal sultano in sedicesimo Recep Erdogan e dal suo 'menestrello degli esteri' Ahmet Davutoglu con il sequestro da parte di caccia F-16 di un Airbus 320 civile delle aviolinee siriane che stava tornando alla capitale Damasco da Mosca, costretto ad atterrare ad Ankara e illegalmente perquisito alla ricerca di fantomatiche 'armi' (quante ne potrebbero stare poi in un charter stipato di passeggeri com bagagli?) per circa 36 ore.

Le autorità di Ankara  hanno dovuto, obtorto collo, cedere all'evidenza e ammettere di fronte all'opinione pubblica mondiale che "nessun tipo di arma era trasportato dall'Airbus siriano". Tutti i passeggeri del volo e i membri dell'equipaggio sono stati lasciati liberi di riprendere la strada verso la loro destinazione. Sia le autorità di Damasco che quelle moscovite hanno duramente stigmatizzato l'accaduta parlando di "condotta inaccettabile" e "comportamento da sceriffi, compiuto grazie alla sicurezza della solidarietà NATO e americana".

I passeggeri, tra cui si trovavano anche diciassette persone di nazionalità russa, hanno riferito di maltrattamenti, minacce e abusi da parte turca, riferendo in particolare di avere visto i piloti "venire ammanettati come criminali". Si può considerare ormai morta e sepolta qualunque aspirazione turca neo-ottomana di prestigio e influenza nel Mondo Arabo e nel Medio Oriente; con i loro atteggiamenti Erdogan e Davutoglu hanno mostrato di non essere altro che l'ennesima incarnazione dei camerieri della NATO e dell'Occidente che troppo a lungo hanno dettato legge in un paese che si sente sempre meno rappresentato dall'AKP e dai suoi dirigenti.
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mercoledì 10 ottobre 2012

Pirateria aerea neo-ottomana! Erdogan disperato per i successi siriani sequestra un jet passeggeri di Damasco!

Rendendosi ancora più ridicoli agli occhi del mondo il duo di cialtroni neo-ottomani Recep Erdogan e Ahmet Davutoglu hanno fatto sequestrare dall'aviazione militare turca, con un atto di pirateria aerea che ha pochissimo da invidiare alle peggiori azioni sioniste un jet civile Airbus 320 delle aviolinee siriane che da Mosca stava tornando verso la capitale Damasco, costringendolo ad atterrare ad Ankara.

Facendo strame se non dell'intelligenza almeno dell'astuzia che si suppone un dignitario del suo calibro dovrebbe possedere il Ministro degli Esteri turco Davutoglu ha cercato di giustificare l'inaccettabile provocazione sostenendo che l'aereo portasse 'armi' per il Governo di Assad.

Ovviamente se il Governo di Assad avesse bisogno di armi russe per combattere e sconfiggere i mercenari wahabiti sostenuti da Ankara come quelli bloccati e ricacciati oltre confine ieri presso Jisr al-Shughour non se le farebbe certo mandare su voli civili.

L'atto dimostra la crescente schizofrenia di Erdogan e soci che sono sempre più disperati e tentano di mettere sotto pressione Assad e la Siria che sono sempre più vittoriosi contro le milizie qaediste in costante e sempre più grave rotta. Se le cose stessero procedendo positivamente per il campo wahabita-imperialista non ci sarebbe bisogno di queste balzane e scoordinate iniziative turche che tradiscono un nervosismo crescente.
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sabato 22 settembre 2012

Osman Koruturk denuncia gli autogol di Ankara: "Erdogan e Davutoglu hanno rovinato la reputazione turca in politica estera!"

Il parlamentare turco del partito di opposizione CHP (partito del popolo Osman Koruturk parlando alla stampa ha stigmatizzato la maniera in cui "l'avventurismo" del Premier Erdogan e del Ministro degli Esteri Davutoglu hanno 'rovinato e sprecato' gli sforzi di anni e anni spesi nel costruire un rapporto pacifico e amichevole con la Siria, che oggi considera Ankara come un mortale nemico impegnato a finanziare e rifornire i terroristi attivi sul suo territorio.

La forte critica colpisce un nervo scoperto della politica estera turca che per anni aveva perseguito un regime di "Zero Problemi" con i paesi vicini (Siria, Irak, Libano, Iran) e ora ha sacrificato tutto questo per accodarsi ai diktat di Usa, Arabia Saudita e Qatar, che sono notoriamente al servizio ultimo di Israele. La cosa ha messo in crisi anche le credenziali 'antisioniste' guadagnate nel 2010 con la crisi della 'Freedom Flotilla', dimostrando che l'allontanamento dal regime di occupazione é probabilmente più cosmetico che reale.

Inoltre la Turchia tra i tre partner filo-terroristi é quella che ha più da perdere visto che é l'unico paese con un confine fisico con la Siria, il più esposto a rappresaglie di Damasco anche attraverso la guerriglia curda che, guardacaso, da quando Ankara ha iniziato a sostenere i terroristi wahabiti in casa di Assad ha ricominciato i suoi attacchi con violenza inusitata uccidendo dozzine e dozzine di militari turchi.
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giovedì 29 marzo 2012

L'Esercito siriano muove al confine settentrionale e prende il controllo di Janudiyeh!


Le forze armate siriane hanno preso pieno controllo della cittadina di Janudiyeh e dell'area circostante; posizione strategica nella regione settentrionale ove corre il lungo confine con la Turchia, parte attiva del complotto internazionale imperialista e sionista che nel corso degli ultimi dodici mesi ha cercato, tramite l'infiltrazione di nuclei terroristi takfiri e wahabiti, di diffondere il caos e la violenza nella Repubblica araba, per appiccare l'incendio della guerra civile e costringere Assad alle dimissioni.

Fortunatamente grazie al grande seguito del Presidente tra la popolazione, alla lealtà delle forze armate e all'importantissimo sostegno politico e diplomatico ricevuto a vari livelli da Iran, Russia e Cina sia pure a caro prezzo la minaccia é stata sventata e adesso proprio alla Turchia é rimasto in mano il 'cerino acceso' visto che controlla l'ultimo confine abbastanza vasto e poroso da poter fornire accessi da cui sostenere i pochi mercenari ancora attivi nel paese e che deve ospitare la seconda conferenza 'Amici della Siria', meeting di presunti dissidenti anti-Assad, in realtà convegno di fantasmi dopo che la prima conferenza, tenutasi a Tunisi fra proteste e contestazioni, si é chiusa in una debacle con accuse incrociate e dimissioni a catena, con le varie fazioni che si imputavano l'un l'altra il fallimento dell'insorgenza armata.
Pinocchio-Erdogan, mal consigliato da Gatto-Obama e Volpe-Netanyahu, spreca il patrimonio di fiducia che aveva guadagnato presso i paesi arabi negli ultimi anni...
La mossa siriana al confine vuole prevenire ogni possibilità che l'esercito turco varchi la frontiera per stabilire 'zone cuscinetto' ove offrire rifugio e protezione ai terroristi superstiti; qualcosa che in passato Erdogan e il suo Ministro Davutoglu avevano ventilato di poter fare. Nella presente crisi i due architetti della Turchia Neo-Ottomana si sono comportati come contadini che, avendo messo insieme un gruzzoletto dopo anni di economie e sacrifici, siano andati in città nel giorno di fiera e lo abbiano scialacquato in un colpo solo puntandolo in un gioco d'azzardo. Dove nella metafora il gruzzoletto stava nel patrimonio di credibilità accumulato in anni di politica di buon vicinato e di non-interferenza nei confronti dei vicini arabi e non, con i rapporti con l'Irak e con lo stesso Assad che erano se non idilliaci almeno molto buoni e il gioco d'azzardo la vera e propria 'ruota della fortuna' su cui, come Pinocchio di fronte al Gatto (Obama) e alla Volpe (Netanyahu) Erdogan e soci hanno investito tutti i loro 'zecchini' nella speranza di vedere instaurato a Damasco un travicello manovrabile a piacere.
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sabato 7 gennaio 2012

Iran e Turchia annunciano: "Presto gli scambi commerciali tra di noi toccheranno la soglia dei 20 miliardi di Euro!"


Conclusasi la visita iraniana del Ministro turco Ahmet Davutoglu é tempo di bilanci; in chiusura della due giorni a Teheran il titolare degli Esteri di Ankara ha rilasciato una conferenza stampa congiunta con Ali Akbar Salehi, suo collega ed ospite, che si é concentrata soprattutto sui temi economici, con alcuni dati molto interessanti. E' stato annunciato, per esempio, che da gennaio ad agosto dello scorso anno il volume complessivo dei commerci tra Iran e Turchia é stato di circa 10 miliardi di Euro.

Ancora più significativo, però, é stato l'annuncio secondo il quale i due paesi intendono arrivare, nel breve, quasi immediato futuro, a un volume di traffici di 20 miliardi di Euro, indice molto importante del fatto che ciascuno dei due paesi veda l'altro come un partner affidabile su cui investire una considerevole fetta delle proprie (più che rosee) prospettive di crescita e sviluppo economico.

Sia Salehi che Davutoglu hanno descritto Turchia e Iran come "stati emergenti sotto tutti i punti di vista, la cui crescente influenza regionale é in grado di garantire la pace e la stabilità della regione in un clima di sicurezza condivisa".
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giovedì 5 gennaio 2012

Il Ministro degli Esteri turco in Iran per tentare di ricucire il rapporto con la Repubblica Islamica!


Il Ministro degli Esteri di Ankara Ahmet Davutoglu, pochissimo dopo aver salutato il Premier palestinese in visita nel suo paese é saltato su un jet per recarsi a Teheran; la sua missione: cercare di ricomporre e ricucire i legami con l'Iran, stressati e sfilacciati da quasi un anno di comportamenti ambigui e preoccupanti da parte della leadership turca.

In particolare, a guastare l'atmosfera di fiducioso "buon vicinato" che si era instaurata tra Persia e Anatolia sono stati gli atteggiamenti di sostegno ai provocatori terroristi in azione in Siria da marzo in avanti e le 'aperture' all'installazione di sistemi radar made in Usa in territorio turco; sistemi che fin dalla loro presentazione sono stati descritti come puntati contro le armi balistiche iraniane (quelle armi che impediscono all'Iran di fare la fine di Irak e Libia).

Una sfida difficile, persino per un veterano della diplomazia come Davutoglu, che comunque, appena sbarcato in Iran, si é subito impegnato in un colloquio col Vicepresidente Mohammad Reza Rahimi e, a stretto giro, ha incontrato il suo omologo locale Ali Akbar Salehi. Più avanti nella giornata i due ministri terranno una conferenza stampa congiunta, durante la quale risponderanno a domande sui rapporti bilaterali tra i due paese e sugli ultimi sviluppi della politica locale e regionale.

In seguito Davutoglu incontrerà il Segretario del Consiglio Supremo per la Sicurezza Nazionale iraniana, Saeed Jaleeli.
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martedì 13 settembre 2011

Lo Stato-canaglia sionista vuole usare i curdi per colpire la Turchia, ma Ankara rilancia equipaggiando i suoi F-16 per colpire bersagli israeliani!


Il Ministro degli Esteri turco Ahmet Davutoglu ha reagito con fermezza e decisione alla voce, filtrata nel corso del weekend attraverso le colonne del quotidiano sionista 'Yedioth Ahronoth' come una sorta di melma velenosa, che il regime ebraico avrebbe intenzione di fornire sostegno ai militanti del PKK, organizzazione che in Turchia si é macchiata di numerosi atti di terrorismo. "Ogni volta che qualcuno vuole antagonizzare la Turchia" ha spiegato Davutoglu "Pensa di poter usare i curdi come arma, ma il nostro paese é pronto a portare avanti una lotta vittoriosa contro provocatori e terroristi e contemporaneamente proseguire nel processo di democratizzazione interna, nessuno speri di poter impensierire o ricattare il nostro paese in questo modo!".

Davutoglu ha quindi spiegato che il cul de sac politico-diplomatico in cui Israele é rimasto intrappolato era purtroppo inevitabile "visto che lo Stato sionista non é riuscito a comprendere il processo di profonda trasformazione che l'intero Medio Oriente ha imboccato negli ultimi anni; Israele é come un bambino viziato che non capisce che le persone attorno a lui non sono più disposte a tollerarne le intemperanze e i capricci".

Intanto, in un ambito solo marginalmente correlato, ma che pensiamo gravido di conseguenze future, riportiamo la notizia che Ankara abbia radicalmente modificato l'elettronica dei suoi cacciabombardieri F-16 di produzione americana, scartando quelle parti che automaticamente designavano "amico" un bersaglio o un apparecchio di Israele; impedendo quindi ai militari turchi la possibilità pratica di attaccarne aerei e installazioni. Il nuovo sistema, che svincola e affranca la Turchia dalle "lealtà" gradite a Washington e ai ricchi lobbisti 'a sei punte', grazie ai quali il Campidoglio è divenuto un docile strumento in mano a Tel Aviv e ai componenti della 'cupola' sionista globale, rappresenta un importante passo sulla via dell'autosufficienza nelle questioni militari e di Difesa, passaggio obbligato per una politica estera veramente autonoma.
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lunedì 12 settembre 2011

Erdogan in partenza per Il Cairo e forse per Gaza: cresce sempre più la popolarità del Premier turco nel Mondo Arabo!


Il Primo Ministro turco Recep Erdogan arriverà al Cairo questa sera per iniziare un viaggio in più tappe: che per prima sia stata scelta quella egiziana la dice lunga sulle mire e le aspettative che la sapiente e misurata politica di prestigio "neo-ottomana" preparata dal suo titolare degli esteri Ahmet Davutoglu conta di portare avanti e mettere a frutto in questo tour ufficiale.

Sia Ankara che Il Cairo sono nel bel mezzo di vibrati contrasti che le oppongono a Israele ma mentre la giunta Tantawi e il Governo Sharaf traccheggiano cercando senza alcun successo di "passare la nuttata", Erdogan sta cavalcando con sicurezza la tigre del risentimento antisionista, avendo da poco varato rappresagli diplomatiche, militari ed economiche che lo hanno reso ammirato e apprezzato in tutto il Mondo Arabo.

Erdogan incontrerà sia l'anziano generale filo-americano attualmente a capo del consiglio militare che supervisiona il passaggio dal regime di Mubarak verso un'auspicata (e finora rimandata) democrazia sia il capo del Governo ad Interim, col quale firmerà una dichiarazione politica per il futuro insediamento di un Consiglio strategico merdiorientale per la Cooperazione e siglerà diversi accordi commerciali.

Erdogan visiterà la Tunisia mercoledì e la Libia giovedì mentre non é ancora chiaro se nel programma di domani sarà compresa una "visita lampo" alla Striscia di Gaza assediata, per la quale, ad ogni buon conto, sembra che il Governo palestinese guidato da Ismail Haniyeh stia comunque preparandosi al meglio delle proprie possibilità, considerandola come una "occasione storica" di sollecitare l'attenzione e la solidarietà internazionale riguardo le condizioni dell'enclave illegalmente assediata da Israele.
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sabato 3 settembre 2011

Sui rapporti con Tel Aviv cala la scure di Erdogan e Davutoglu: tra Turchia e regime ebraico è ormai 'guerra fredda'!


Come annunciato, l'ONU ha rilasciato il suo rapporto sull'incidente della motonave 'Mavi Marmara' durante il quale forze militari israeliani arrembarono con forza letale una nave disarmata di attivisti umanitari massacrandone una decina (nove cittadini turchi) e ferendone oltre quaranta, agendo fuori da ogni legalità e aggredendo un natante che si trovava in acque internazionali. Come promesso e annunciato a più riprese e in diversi consessi, una volta pubblicate le conclusioni delle Nazioni Unite, il Governo Erdogan ha dato il via al cosiddetto 'piano b' di ritorsione diplomatica ed economica contro lo Stato ebraico che, a oltre un anno di distanza dai fatti, continua pervicacemente a rifiutarsi di estendere scuse ufficiali al popolo turco e alle famiglie delle vittime.

L'ambasciata turca in israele é stata trasformata in un segretariato di secondo livello mentre l'ambasciatore sionista in Turchia ha ricevuto nelle scorse ore notifica di espulsione e dovrà tornare in patria entro il 7 settembre; tutti gli accordi e i progetti comuni in campo scientifico, culturale e militare sono immediatamente interrotti. In un periodo in cui Israele sta perdendo tutti i suoi interlocutori nel mondo arabo, lo sfacelo dei rapporti diplomatici con un paese musulmano importante come la Turchia sono un grave scacco per Tel Aviv.

La colpa di queste severe misure é ascrivibile in toto alla condotta del regime di Tel Aviv; sarebbe bastato molto poco a disinnescare la tensione e risolvere la crisi, ma evidentemente Netanyahu e i suoi alleati militaristi e integralisti tengono più alla loro bullistica fama di "duri che non chiedono scusa" piuttosto che agli interessi del loro paese e del loro popolo. Il deputato arabo-israeliano Haneen Zoabi (a sua volta reduce della 'Mavi Marmara' ha applaudito la risoluta mossa turca, commentando che, a causa della condotta irresponsabile ed aggressiva dello Stato ebraico quelli con Ankara non saranno certo gli ultimi rapporti bilaterali a subire guasti e battute d'arresto.
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