Il Ministro della Difesa russo Sergei Shoigu ha dichiarato che gli Stati Uniti d'America si starebbero preparando a ritirarsi dal Trattato INF (che riguarda le forze nucleari a raggio intermedio).
"Gli Usa stanno compiendo i passi necessari a ritirarsi dal trattato INF, citando pretestuose e presunte 'violazioni' dello stesso da parte russa, siamo al classico caso dell'aggressore che accusa preventivamente l'aggredito per giustificare le proprie intenzioni".
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mercoledì 11 luglio 2018
Ecco quel che valgono gli accordi fatti con gli Usa! Shoigu accusa gli Americani di prepararsi a cancellare il trattato INF!
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giovedì 5 luglio 2018
La curdaglia irakena perseguita gli Assiri Cristiani con angherie e taglieggiamento! Cosa fanno i leader europei e cristiani in merito?
La vita per gli Assiri cristiani nella regione Ankawa non é affatto facile.
Perché Ankawa si trova nel 'Governo Regionale Curdo'.
I Curdi, i vigliacchi preferiti di Zerocalcare e degli spippacanne rimbecilliti dei centri sociali.
I Curdi che si alleano con israhell e con gli Usa.
I Curdi che opprimono, terrorizzano, saccheggiano e ricattano i loro vicini di etnia diversa.
Come dimostra la storia di Ankawa.
Dove i negozianti Assiri e cristiani sono sottoposti a 'tasse speciali' che sono un vero e proprio racket estorsivo, che i loro 'colleghi' curdi ovviamente non subiscono.
Perché Ankawa si trova nel 'Governo Regionale Curdo'.
I Curdi, i vigliacchi preferiti di Zerocalcare e degli spippacanne rimbecilliti dei centri sociali.
I Curdi che si alleano con israhell e con gli Usa.
I Curdi che opprimono, terrorizzano, saccheggiano e ricattano i loro vicini di etnia diversa.
Come dimostra la storia di Ankawa.
Dove i negozianti Assiri e cristiani sono sottoposti a 'tasse speciali' che sono un vero e proprio racket estorsivo, che i loro 'colleghi' curdi ovviamente non subiscono.
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mercoledì 29 novembre 2017
Rilasciato il Principe Mitab bin Abdullah, ex-Comandante della Guardia Nazionale: ha 'sganciato' un miliardo di $ per salvarsi!
Dopo settimane di prigionia in "incommunicado", il Principe Mitab bin Abdallah, figlio dell'Ex-re saudita, un tempo considerato papabile per la successione, comandante supremo fino a poco tempo fa della potente Guardia Nazionale è stato finalmente rilasciato dalle già lussuose, poi divenute minacciose sale dell'Hotel Carlton di Riyadh.
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giovedì 9 novembre 2017
HARIRI GIB MONIES, OR ELSE... 'Al Akhbar' rivela: "Hariri bloccato in Arabia Saudita per sette miliardi di $ di debiti!"
Il quotidiano in lingua araba 'Al-Akhbar' ha rivelato che dal 2015 l'azienda di costruzioni (Oger Construction) con cui il palazzinaro Rafik Hariri aveva fatto fortuna in Arabia Saudita dal 1978 in avanti si trova sull'orlo della bancarotta e ha debiti inevasi (che non saprebbe nemmeno da dove cominciare a estinguere) per circa 7 miliardi di dollari Usa.
Questo sarebbe il motivo del 'ricatto' sotto cui é caduto Saad Hariri (il Renzo Bossi libanese), che ha permesso ai suoi burattinai sauditi di costringerlo a dimettersi 'via tv' dal loro territorio e ora lo tengono in ostaggio coi 7 miliardi di cambiari più vari parenti nelle loro mani.
Questo sarebbe il motivo del 'ricatto' sotto cui é caduto Saad Hariri (il Renzo Bossi libanese), che ha permesso ai suoi burattinai sauditi di costringerlo a dimettersi 'via tv' dal loro territorio e ora lo tengono in ostaggio coi 7 miliardi di cambiari più vari parenti nelle loro mani.
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domenica 2 luglio 2017
Ecco come il ripugnante regime ebraico TORTURA e RICATTA i Palestinesi malati di cancro!
Walid Qaoud aveva il cancro e viveva a Gaza.
A causa del bestiale shylockiano assedio della Striscia doveva farsi curare a Gerusalemme Occupata.
Per questo motivo i sionisti hanno pensato bene prima di torturarlo e poi di ricattarlo.
Il coraggioso Palestinese, quindi, si é rifiutato di aiutare gli invasori della sua terra e aguzzini della sua gente, accettando di morire per un male che, allo stadio in cui gli era stato diagnosticato, era curabilissimo.
A causa del bestiale shylockiano assedio della Striscia doveva farsi curare a Gerusalemme Occupata.
Per questo motivo i sionisti hanno pensato bene prima di torturarlo e poi di ricattarlo.
Il coraggioso Palestinese, quindi, si é rifiutato di aiutare gli invasori della sua terra e aguzzini della sua gente, accettando di morire per un male che, allo stadio in cui gli era stato diagnosticato, era curabilissimo.
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lunedì 15 maggio 2017
Vergogna all'OMS! Rapporto sulla morte di Ahmed Shubeir omette il ruolo della polizia segreta sionista!
A proposito dell'assassinio di Ahmed Shubeir abbiamo già pubblicato un articolo che alcuni di voi (speriamo molti), ricorderanno bene; adesso dobbiamo segnalare, col consueto rigore e con la precisione che ha sempre contraddistinto il nostro blog giornalistico, un fatto increscioso.
L'OMS (WHO - World Health Organization), ha pubblicato un rapporto sul fatto dove, scandalosamente, VIENE SOTTACIUTO il tentativo degli sbirri sionisti dello Shin Bet di "reclutare" il giovane Shubeir in cambio della concessione del visto per recarsi a ricevere le cure necessarie alla sua sopravvivenza.
L'OMS (WHO - World Health Organization), ha pubblicato un rapporto sul fatto dove, scandalosamente, VIENE SOTTACIUTO il tentativo degli sbirri sionisti dello Shin Bet di "reclutare" il giovane Shubeir in cambio della concessione del visto per recarsi a ricevere le cure necessarie alla sua sopravvivenza.
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mercoledì 15 febbraio 2017
Mostruoso! Gli Shylock sionisti hanno chiesto a un ragazzo di Gaza di diventare spia in cambio dell'operazione che lo avrebbe salvato!
Il ragazzo che vedete in foto si chiamava Ahmed Shubeir ed é morto.
A causarne la morte è stato un difetto cardiaco congenito, ma ad ucciderlo sono stati i servizi segeti di Tel Aviv, insieme al bestiale assedio contro Gaza.
Questo perché l'assedio ha impedito che ai bravissimi clinici di Gaza (i Palestinesi hanno un tasso di lauree in medicina molto più alto dei 'famigerati' sionisti) fossero disponibili le apparecchiature e gli strumenti necessari per la plastica alla valvola cardiaca che avrebbe permesso ad Ahmed di avere finalmente una vita normale.
Ma é stato lo Shin Bet, bloccando il ragazzo al varco di frontiera di Erez mentre era diretto a un ospedale nella Cisgiordania amministrata dai bachi-bozouk di Fatah, a decretarne la morte.
A causarne la morte è stato un difetto cardiaco congenito, ma ad ucciderlo sono stati i servizi segeti di Tel Aviv, insieme al bestiale assedio contro Gaza.
Questo perché l'assedio ha impedito che ai bravissimi clinici di Gaza (i Palestinesi hanno un tasso di lauree in medicina molto più alto dei 'famigerati' sionisti) fossero disponibili le apparecchiature e gli strumenti necessari per la plastica alla valvola cardiaca che avrebbe permesso ad Ahmed di avere finalmente una vita normale.
Ma é stato lo Shin Bet, bloccando il ragazzo al varco di frontiera di Erez mentre era diretto a un ospedale nella Cisgiordania amministrata dai bachi-bozouk di Fatah, a decretarne la morte.
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domenica 28 agosto 2016
L'avidità curda spinge l'Irak a esportare il proprio petrolio tramite la Repubblica Islamica!
Abbiamo più volte spiegato con fior d'esempi ai nostri lettori, quand'anche poco convinti, di come in Medio Oriente non esistano traditori e doppiogiochisti peggiori dei Curdi, prima e unica causa dei problemi del 'povero popolo curdo' (secondo la geremiaca definizione dei buonisti liberal-chic), che se sono maltrattati o guardati con sospetto da chiunque abbia a che fare con loro o, sfortunatamente, se ne trovi alcuni sul proprio territorio, lo devono semplicemente al fatto di essersi comportati come serpenti a più riprese in tutta la loro Storia recente o remota.
Come dimostra questa foto (presa quando il capacchione curdo Barzani era pappa-e-ciccia con l'aspirante sultanetto Erdogan) non esiste alleanza che i Curdi non abbiano tradito e non esiste accordo che non abbiano rinnegato o si siano rimangiati. Ultimo esempio quello per la gestione dell'oleodotto irakeno che trasporta il petriolio irakeno al porto di Ceyhan.
Come dimostra questa foto (presa quando il capacchione curdo Barzani era pappa-e-ciccia con l'aspirante sultanetto Erdogan) non esiste alleanza che i Curdi non abbiano tradito e non esiste accordo che non abbiano rinnegato o si siano rimangiati. Ultimo esempio quello per la gestione dell'oleodotto irakeno che trasporta il petriolio irakeno al porto di Ceyhan.
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martedì 23 giugno 2015
Hamas critica e respinge le manovre di Abbas contro il Governo di unità nazionale!
In seguito alla decisione unilaterale dello scadutissimo Presidente dell'Anp Mahmud Abbas di procedere con lo scioglimento del gabinetto governativo di Ramallah, decisione presa senza alcun avviso o concertazione coi nominali partner di Governo di Hamas, il Movimento musulmano di Resistenza che amministra il territorio liberato di Gaza ha affidato al proprio portavoce Sami abu Zuhri un messaggio di condanna e stigmatizzazione del colpo di mano del vecchio cacicco di Fatah.
In un ulteriore messaggio comunicato ai media nella giornata di ieri lo stesso Zuhri ha dichiarato che Hamas rifiuta di riconoscere la legittimità della decisione di Abbas e che non considererà legittimo qualunque 'Governo' palestinese che si pieghi ai diktat dell'Occidente o che porti avanti politiche non approvate da Hamas.
A questo punto i cosiddetti 'accordi di riconciliazione' sono praticamente morti.
In un ulteriore messaggio comunicato ai media nella giornata di ieri lo stesso Zuhri ha dichiarato che Hamas rifiuta di riconoscere la legittimità della decisione di Abbas e che non considererà legittimo qualunque 'Governo' palestinese che si pieghi ai diktat dell'Occidente o che porti avanti politiche non approvate da Hamas.
A questo punto i cosiddetti 'accordi di riconciliazione' sono praticamente morti.
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giovedì 18 giugno 2015
Hamas contro la decisione del cacicco Abbas: "Manovra unilaterale, nessuno ci ha consultato in merito!"
"Una manovra arbitraria e unilaterale. Nessuno ci ha consultato a proposito di alcuna ipotesi di scioglimento del Governo di unità nazionale, Fatah e la sua leadership hanno agito in maniera totalmente autonoma, sotto tutti i punti di vista".
Così la dirigenza di Hamas, per bocca del suo portavoce ufficiale Sami abu Zuhri ha stigmatizzato la decisione di Mahmud Abbas di dichiarare sciolto il Governo di Ramallah. Fonti dell'Anp hanno poi cercato di dare la colpa della decisione ad Hamas visto che a loro detta l'organizzazione di Resistenza "non permetterebbe al Governo di funzionare nella Striscia di Gaza".
Così la dirigenza di Hamas, per bocca del suo portavoce ufficiale Sami abu Zuhri ha stigmatizzato la decisione di Mahmud Abbas di dichiarare sciolto il Governo di Ramallah. Fonti dell'Anp hanno poi cercato di dare la colpa della decisione ad Hamas visto che a loro detta l'organizzazione di Resistenza "non permetterebbe al Governo di funzionare nella Striscia di Gaza".
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mercoledì 17 giugno 2015
Nuova capriola di Abbas: fa sciogliere il Governo di Ramallah per cercare di sembrare meno inutile e politicamente morto!
Il 'ras' di Fatah, che da lunghissimo tempo occupa la scadutissima poltrona di capo dell'Anp senza che sia intervenuto nessuno ad avvisarlo che la sua carica é ormai spirata da quasi sei anni ha ordinato lo scioglimento del 'Governo di Coalizione' che doveva segnalare la riconciliazione con Hamas e che invece é rimasto inutile e ignorato mentre i gendarmi collaborazionisti di Abbas continuavano a perseguitare la Resistenza nella West Bank.
La France Presse ha riportato la notizia che dopo le dimissioni dell'esecutivo di Ramallah dovrebbero iniziare i dialoghi per la formazione di un nuovo gabinetto, ma é chiaro a chiunque che se Fatah vorrà persistere nel suo atteggiamento di sottomissione verso il regime ebraico qualunque nuovo Governo nascerà morto.
La France Presse ha riportato la notizia che dopo le dimissioni dell'esecutivo di Ramallah dovrebbero iniziare i dialoghi per la formazione di un nuovo gabinetto, ma é chiaro a chiunque che se Fatah vorrà persistere nel suo atteggiamento di sottomissione verso il regime ebraico qualunque nuovo Governo nascerà morto.
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lunedì 2 febbraio 2015
"Ultimatum" degli Houthi alle fazioni politiche yemenite: 'Avete 72 ore di tempo per trovare una soluzione alla crisi!'
L'organizzazione Ansarullah, braccio politico degli Houthi yemeniti, ha annunciato in un comunicato ufficiale che le fazioni politiche del Parlamento di Sanaa hanno 72 ore a disposizione per riuscire a trovare un compromesso che sblocchi l'impasse in cui il paese é precipitato con le dimissioni simultanee del Presidente Mansour Haid e del Premier Bahah.
lunedì 2 giugno 2014
Tanto tuonò che piovve: il cacicco Abbas presenta il suo nuovo Governo 'apolitico' e rischia di perdere Hamas fin dal primo giorno!!
Dopo oltre un mese di trattative estenuanti il 'nuovo' Governo palestinese 'apolitico' e di 'unità nazionale' é stato presentato a Ramallah.
Il Premier sarà Rami Hamdallah, una nonentità che fa da prestanome per Abbas la cui volontà di usare il neo Primo Ministro come 'sock puppet' per continuare a coordinarsi con l'occupazione sionista e supervisionare quietamente la continua distruzione della comunità palestinese nei territori occupati di Cisgiordania appare chiarissima e lampante.
Ma scopo di questo 'Governo' é anche imbrigliare, impantanare l'azione di Resistenza che un'organizzazione come Hamas potrebbe continuare a esercitare dalla Striscia di Gaza e così si spiega la capitolazione all'ultimo minuto di Abbas che per non scontentare troppo i sionisti avrebbe voluto eliminare il "Ministero per i Prigionieri Politici" sulla cui presenza invece Hamas insisteva.
Alla fine Abbas ha ceduto e ha 'permesso' che tale Ministero fosse incluso, seppure come portafoglio secondario affidato allo stesso Premier, altrimenti Hamas avrebbe ritirato il suo sostegno a tale esecutivo ancor prima che venisse presentato.
Nessun dignitario di Hamas era presente a Ramallah visto che il regime ebraico ha proibito il transito ai dirigenti del movimento da Gaza. Senza dubbio Abbas é stato molto grato a Tel Aviv per questo fatto.
Il Premier sarà Rami Hamdallah, una nonentità che fa da prestanome per Abbas la cui volontà di usare il neo Primo Ministro come 'sock puppet' per continuare a coordinarsi con l'occupazione sionista e supervisionare quietamente la continua distruzione della comunità palestinese nei territori occupati di Cisgiordania appare chiarissima e lampante.
Ma scopo di questo 'Governo' é anche imbrigliare, impantanare l'azione di Resistenza che un'organizzazione come Hamas potrebbe continuare a esercitare dalla Striscia di Gaza e così si spiega la capitolazione all'ultimo minuto di Abbas che per non scontentare troppo i sionisti avrebbe voluto eliminare il "Ministero per i Prigionieri Politici" sulla cui presenza invece Hamas insisteva.
Alla fine Abbas ha ceduto e ha 'permesso' che tale Ministero fosse incluso, seppure come portafoglio secondario affidato allo stesso Premier, altrimenti Hamas avrebbe ritirato il suo sostegno a tale esecutivo ancor prima che venisse presentato.
Nessun dignitario di Hamas era presente a Ramallah visto che il regime ebraico ha proibito il transito ai dirigenti del movimento da Gaza. Senza dubbio Abbas é stato molto grato a Tel Aviv per questo fatto.
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martedì 6 maggio 2014
A Doha, nello sfarzo pagato dall'Emiro Tamim, si trascina stancamente l'ennesima "riconciliazione" Hamas-Fatah!
Nella giornata di ieri gli amici di IRIB RADIO ITALIA hanno avuto la gentilezza di offrire al vostro affezionato caporedattore il loro palcoscenico per fargli esprimere il suo giudizio sull'ultima della lunga serie di 'riconciliazioni' tra Hamas e Fatah.
Purtroppo il giudizio non ha potuto essere positivo, a partire dal fatto che tale 'accordo' non é il primo e che, dal momento del suo annuncio ha già disatteso le prime tempistiche: si parlava di un "Governo di Unità Nazionale in cinque giorni" e di una immediata 'road map' verso nuove elezioni, ma, a tredici giorni dal presunto 'accordo' siamo ancora alla fase dei meeting bilaterali.
L'ultimo di questi si é svolto a Doha, nella sfarzosa cornice pagata dall'Emiro Tamim al-Thani; fatto che da solo dimostra come Fatah e Hamas, più che dall'ansia quasi erotica di "ricongiungersi" siano stati portati a effettuare questo nuovo giro di valzer dagli argomenti monetari del ricco stato petrolifero, unica fonte di fondi per la ricostruzione di Gaza (motivo sufficiente a convincere Hamas) e potenziale fonte di finanziamento alternativo per l'Anp (visto che Tel Aviv trattiene le tasse raccolte a nome di Ramallah e Washington e Bruxelles ultimamente lesinano i fondi).
Purtroppo, lo ripetiamo con molta tristezza nel cuore; non é da queste manifestazioni superficiali che potrà nascere un vero, compatto, fronte unito di forze palestinesi che porti avanti con coerenza gli interessi dei Palestinesi di Gaza, della West Bank, della Diaspora.
Purtroppo il giudizio non ha potuto essere positivo, a partire dal fatto che tale 'accordo' non é il primo e che, dal momento del suo annuncio ha già disatteso le prime tempistiche: si parlava di un "Governo di Unità Nazionale in cinque giorni" e di una immediata 'road map' verso nuove elezioni, ma, a tredici giorni dal presunto 'accordo' siamo ancora alla fase dei meeting bilaterali.
L'ultimo di questi si é svolto a Doha, nella sfarzosa cornice pagata dall'Emiro Tamim al-Thani; fatto che da solo dimostra come Fatah e Hamas, più che dall'ansia quasi erotica di "ricongiungersi" siano stati portati a effettuare questo nuovo giro di valzer dagli argomenti monetari del ricco stato petrolifero, unica fonte di fondi per la ricostruzione di Gaza (motivo sufficiente a convincere Hamas) e potenziale fonte di finanziamento alternativo per l'Anp (visto che Tel Aviv trattiene le tasse raccolte a nome di Ramallah e Washington e Bruxelles ultimamente lesinano i fondi).
Purtroppo, lo ripetiamo con molta tristezza nel cuore; non é da queste manifestazioni superficiali che potrà nascere un vero, compatto, fronte unito di forze palestinesi che porti avanti con coerenza gli interessi dei Palestinesi di Gaza, della West Bank, della Diaspora.
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giovedì 24 aprile 2014
La 'riconciliazione' Hamas-Fatah non entusiasma nessuno, tranne la Casa Bianca, che minaccia Ramallah...
I media 'generalisti' gridano al "miracolo" della 'riconciliazione' Hamas-Fatah, che entro la prossima settimana dovrebbe fruttare un "Governo di Unità Nazionale"; i media palestinesi cinicamente parlano di "riunificazione di facciata" e "topolino partorito dalla montagna", mostrandosi molto scettici su possibili effetti reali dei trionfanti annunci di ieri.
Per parte nostra condividiamo tutte le perplessità dei nostri colleghi palestinesi ma segnaliamo, con amarezza, come persino un annuncio così cosmetico possa irritare l'amministrazione Usa, che minaccia di 'sospendere' i trasferimenti di fondi a Fatah (fondi che si dissipano in mille rivoli di corruttela e non beneficiano per nulla la popolazione della Cisgiordania), nel caso che la fazione di Ramallah "osi" dichiararsi a favore della Resistenza in una prospettiva di unità nazionale con Hamas.
Che sia di ammaestramento ad Abbas e sodali: l'interesse nazionale palestinese non può e non potrà mai accordarsi con l'approvazione e il "placet" di Washington (e tanto meno con quello di Tel Aviv!) abbiate il coraggio di riconoscerlo, fate saltare l'inutile "tavolo" dei negoziati che in settecentoventi mesi non vi hanno portato nulla se non umiliazioni e riprendete le armi in mano!!
Per parte nostra condividiamo tutte le perplessità dei nostri colleghi palestinesi ma segnaliamo, con amarezza, come persino un annuncio così cosmetico possa irritare l'amministrazione Usa, che minaccia di 'sospendere' i trasferimenti di fondi a Fatah (fondi che si dissipano in mille rivoli di corruttela e non beneficiano per nulla la popolazione della Cisgiordania), nel caso che la fazione di Ramallah "osi" dichiararsi a favore della Resistenza in una prospettiva di unità nazionale con Hamas.
Che sia di ammaestramento ad Abbas e sodali: l'interesse nazionale palestinese non può e non potrà mai accordarsi con l'approvazione e il "placet" di Washington (e tanto meno con quello di Tel Aviv!) abbiate il coraggio di riconoscerlo, fate saltare l'inutile "tavolo" dei negoziati che in settecentoventi mesi non vi hanno portato nulla se non umiliazioni e riprendete le armi in mano!!
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sabato 31 agosto 2013
Dopo le inutili 'moine' saudite a Putin gli Usa hanno provato a corrompere anche l'Iran! "Assad e la Siria non sono in vendita!"
Dopo i tentativi di persuasione nemmeno troppo occulta del principotto 'Bandar Bush' bin Sultan al-Saoud nei confronti del Presidente russo Vladimir Putin, che qualche settimana prima dell'inizio della campagna diffamatoria 'chimica' contro Damasco si era sentito proporre di abbandonare il suo più fidato alleato arabo in cambio di garanzie economiche, ricchi contratti di Difesa verso Riyad e un mafioso avvertimento riguardo la 'sicurezza' dei giochi olimpici invernali di Sochi 2014 da "possibili" attentati terroristici ceceni, il campo imperialista si é reso responsabile di un altro faux pas diplomatico cercando nientemeno che di corrompere la Repubblica Islamica Iraniana.
Sembra che con la visita di Jeffrey Feltman nella regione e con la mediazione del Sultano dell'Oman (recentemente ospite a Teheran e apparentemente usato come messaggero - Usa e Iran non hanno relazioni diplomatiche dirette) Washington abbia tentato di convincere Khamenei a tradire Assad in cambio della rimozione delle sanzioni commerciali (unilaterali e illegali) e del riconoscimento dei diritti di Teheran al nucleare civile (che sono dovuti e legittimi in quanto l'Iran é firmatario del Trattato di Nonproliferazione e lo ha sempre rinnovato).
Superfluo e pleonastico menzionare la risposta iraniana a tale disingenuo tentativo americano di persuasione: con tutto il tatto e la diplomazia possibile (essendo il Sultano ben Qaboos uno dei sovrani della Penisola Arabica meglio disposto verso Teheran) fedeli alla massima dell'Ambasciator Non Porta Pena, i vertici della Repubblica Islamica hanno reiterato che l'amicizia e l'alleanza che legano Iran e Siria non sono in vendita.
Sembra che con la visita di Jeffrey Feltman nella regione e con la mediazione del Sultano dell'Oman (recentemente ospite a Teheran e apparentemente usato come messaggero - Usa e Iran non hanno relazioni diplomatiche dirette) Washington abbia tentato di convincere Khamenei a tradire Assad in cambio della rimozione delle sanzioni commerciali (unilaterali e illegali) e del riconoscimento dei diritti di Teheran al nucleare civile (che sono dovuti e legittimi in quanto l'Iran é firmatario del Trattato di Nonproliferazione e lo ha sempre rinnovato).
Superfluo e pleonastico menzionare la risposta iraniana a tale disingenuo tentativo americano di persuasione: con tutto il tatto e la diplomazia possibile (essendo il Sultano ben Qaboos uno dei sovrani della Penisola Arabica meglio disposto verso Teheran) fedeli alla massima dell'Ambasciator Non Porta Pena, i vertici della Repubblica Islamica hanno reiterato che l'amicizia e l'alleanza che legano Iran e Siria non sono in vendita.
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giovedì 13 giugno 2013
As-Safir lancia l'ipotesi di un "Diktat" di Washington dietro la prossima abdicazione di Al-Thani, con tanto di minaccia finanziaria!
Machiavelli raccomandava al 'Principe' di servirsi, per i suoi scopi, di uomini gretti e sgradevoli che potessero, al momento opportuno, venire messi da parte senza che alcuno avesse nulla da protestare, anzi, eventualmente garantendo a chi 'licenziava' tali buratti ormai disutili, la 'gratitudine' di coloro che avevano dovuto subire le loro prepotenze.
E potrebbe esserci un meccanismo simile, almeno prestando fede alle ipotesi esplicate nell'ultima edizione del quotidiano libanese 'As-Safir' dietro alla notizia del prossimo cambio al vertice della Dinastia Al-Thani, che, secondo i bene informati (tra cui noi, che abbiamo segnalato i movimenti in merito in un nostro recentissimo articolo) dovrebbe portare il 'Delfino' Principe Tamim a sostituire il genitore Emiro Al-Thani sul trono del Qatar entro i primi di agosto 2013.
La redazione del quotidiano ipotizza un vero e proprio 'diktat' di Washington dietro la decisione dell'Emiro qatariota, che sarebbe stato 'convinto' ad acconsentire da una nemmeno tanto velata minaccia americana verso tutte le proprietà di Doha non solo in territorio statunitense, ma persino nell'UE e in altri paesi occidentali asserviti a Obama, che in caso di riluttanza dell'attuale Emiro sarebbero state sequestrate en masse con la scusa di dover prevenire distrazioni di fondi a organizzazioni estremiste e terroriste.
Ovviamente Obama e soci sarebbero furiosi per la maniera 'disinvolta' con cui Al-Thani ha distribuito centinaia di milioni di dollari a milizie wahabite estremiste in Libia e in Siria, senza alcun pensiero a cosa sarebbe stato di queste cellule impazzite in prospettiva futura: l'agguato e l'ammazzamento del console americano a Bengasi ha ben mostrato cosa possano fare 'cani sciolti' in passato troppo riccamente foraggiati.
E potrebbe esserci un meccanismo simile, almeno prestando fede alle ipotesi esplicate nell'ultima edizione del quotidiano libanese 'As-Safir' dietro alla notizia del prossimo cambio al vertice della Dinastia Al-Thani, che, secondo i bene informati (tra cui noi, che abbiamo segnalato i movimenti in merito in un nostro recentissimo articolo) dovrebbe portare il 'Delfino' Principe Tamim a sostituire il genitore Emiro Al-Thani sul trono del Qatar entro i primi di agosto 2013.
La redazione del quotidiano ipotizza un vero e proprio 'diktat' di Washington dietro la decisione dell'Emiro qatariota, che sarebbe stato 'convinto' ad acconsentire da una nemmeno tanto velata minaccia americana verso tutte le proprietà di Doha non solo in territorio statunitense, ma persino nell'UE e in altri paesi occidentali asserviti a Obama, che in caso di riluttanza dell'attuale Emiro sarebbero state sequestrate en masse con la scusa di dover prevenire distrazioni di fondi a organizzazioni estremiste e terroriste.
Ovviamente Obama e soci sarebbero furiosi per la maniera 'disinvolta' con cui Al-Thani ha distribuito centinaia di milioni di dollari a milizie wahabite estremiste in Libia e in Siria, senza alcun pensiero a cosa sarebbe stato di queste cellule impazzite in prospettiva futura: l'agguato e l'ammazzamento del console americano a Bengasi ha ben mostrato cosa possano fare 'cani sciolti' in passato troppo riccamente foraggiati.
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lunedì 27 febbraio 2012
Aggiornato ad aprile il processo ai provocatori stranieri che cercavano di istigare la violenza in Egitto!
Non rimarranno in cella dal 27 febbraio al 26 aprile, data in cui il Giudice Mahmoud Shoukry ha deciso di spostare la prima udienza del processo alle "ONG occidentali" che, tramite fondi di incerta provenienza, che l'accusa ritiene correlabili ad agenzie di Intelligence e servizi segreti militari, cercavano di influenzare gli eventi politici egiziani in senso favorevole a Israele e Usa, ma saranno in un certo senso "prigionieri", visto che verrà loro impedito di lasciare con qualsiasi mezzo il paese.
Sono 43 gli imputati, tra cui la pattuglia più numerosa é quella degli statunitensi, che nel loro numero contano persino il figlio del Ministro dei Trasporti; Hilary Clinton, titolare del Dipartimento di Stato (Il Ministero degli Esteri americano) ha incontrato il suo collega egiziano Mohamed Qamil Amir due volte negli ultimi tre giorni; trattenendosi "svariate ore" a parlare con lui.
Gli Usa, arrogantemente, hanno minacciato di tagliare 'gli aiuti' all'Egitto (circa un miliardo di dollari che venivano girati a Mubarak e alla sua cricca per comprare armi e prodotti americani, "gonfiando" così surrettiziamente le esportazioni della moribonda economia Usa, un 'aiuto di stato' mascherato visto che la Casa Bianca avrebbe potuto direttamente dare i soldi alle aziende interessate) ma la società civile e politica egiziana é insorta chiedendo che sia l'Egitto, per sempre, a rinunciare a ogni emolumento straniero con un programma di sottoscrizione popolare e razionalizzazione delle spese.
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martedì 21 febbraio 2012
A cinque giorni dal processo viene fuori che anche il figlio di un Ministro Usa andrà alla sbarra in Egitto!
Continuano ad aumentare ed approfondirsi le tensioni e le fratture tra Usa ed Egitto alla vigilia del procedimento giudiziario che domenica 26 vedrá imputati numerosi cittadini Usa al servizio di ambigue ONG legate alla Cia e al Pentagono, tra cui anche il figlio dell'attuale Ministro dei Trasporti Usa Sam LaHood, evidentemente già bene introdotto da "paparino" nell'ambiente delle 'operazioni coperte' e della sovversione internazionale.
Le rozze minacce Usa di tagliare gli 'aiuti' al Cairo (da sempre usati da Sadat e Mubarak per beneficiare i sostenitori e foraggiare l'apparato repressivo e poliziesco) ha spinto il partito musulmano ortodosso 'Al-Nour' a lanciare una sottoscrizione popolare che uguagli e superi l'ammontare degli emolumenti Usa in maniera da permettere al paese di farne a meno di sua spontanea volontà.
L'iniziativa ha riscosso il plauso di tutti gli strati della società civile e di tutti gli esponenti politici del paese, che vedono l'indipendenza da ogni forma di condizionamento straniero come un obiettivo fondamentale per l'Egitto post-Mubarak e anche post-SCAF. Oltre alla sottoscrizione popolare anche altre iniziative mirano a escludere finanziamenti esteri dalle prospettive future dell'Egitto, come quella lanciata dall'Università islamica di Al-Azhar per studiare tagli, risparmi e razionalizzazioni della spesa per l'esplicito scopo di dire "No, thanks" al denaro Usa.
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domenica 19 febbraio 2012
Escalation continua tra Egitto e Usa per l' "affaire" delle ONG 'sospette': udienze per gli accusati fissate al 26 febbraio!
In una mossa che prosegue la continua 'escalation' di misure ostili tra il Cairo e Washington l'Egitto ha annunciato ieri che il processo agli 'attivisti stranieri' sospettati di usare fondi esteri per incitare disordine e violenza nel paese e condurre la situazione politica a sbocchi vantaggiori per gli Usa e Israele avrà inizio a fine mese.
Il 26 febbraio, infatti, dovrebbero avere inizio le udienze per 43 sospettati, tra cui 19 Americani ma anche Serbi, Norvegesi, Tedeschi, Giordani e alcuni cittadini Egiziani, i cui nomi sono risultati evidenti in documenti compromettenti sequestrati dalle autorità nel corso di retate contro le ONG 'sospette'. COntro gli accusati é elevato l'addebito di avere "Stabilito filiali ed estensioni illegali di organizzazioni internazionali che, con fondi stranieri non regolamentati sono state finanziate in maniera contraria alle leggi egiziane e alle norme sulla sovranità nazionale del paese".
Il Dipartimento di Stato Usa ha minacciato che, se cittadini americani verranno sottoposti a procedimenti legali, il programma di 'aiuti' verso l'Egitto potrebbe venire bloccato. La minaccia arrogante ha scatentato tanto la minaccia di cancellare unilateralmente il cosiddetto 'Trattato di Camp David', quanto un movimento d'opinione centrato attorno all'Ateneo Islamico di Al-Azhar che si propone di rendere quanto prima indipendente il paese da qualunque genere di emolumento straniero, in modo da renderlo meglio capace di affermare i propri sovrani diritti.
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